12/06/2016 14:19
Nei prossimi giorni Miralem Pjanic vestirà ufficialmente la maglia della Juventus Il centrocampista sarà a Torino domani, al più tardi dopodomani, per le visite mediche e la firma del contratto. Ieri, con le dichiarazioni di Baldissoni e Marotta, si è chiuso l'ennesimo capitolo di una querelle in cui al calciatore vengono addossate tutte le responsabilità dell'affare, sia dala società giallorossa che da quella bianconera. La Roma ieri ha reso note le parole contenute nella raccomandata ricevuta dal bosniaco il 9 giugno, in cui il giocatore comunicava di volersi avvalere della clausola rescissoria.
La ricostruzione della vicenda è molto più semplice. Pjanic aveva l’accordo con la Juventus da almeno da un mese, certificato dalla stima di Allegri. Lo stesso bosniaco, a quel punto, ha chiesto all’agente Michael Becker di sondare il terreno per altre soluzioni, magari all’estero, certamente più gradite alla Roma che così facendo non avrebbe rinforzato una rivale italiana. Soluzioni rimaste immaginarie: Barcellona e Bayern non sono andate oltre un «mi piace», Pjanic non era una priorità e il discorso, semmai, si sarebbe concretizzato più in là. Soluzione condivisa con Trigoria: Miralem voleva andar via, ma probabilmente l’avrebbe fatto senza fretta. Perché la Roma avrebbe coperto le esigenze di bilancio entro il 30 giugno solo con la cessione di Rüdiger al Chelsea, virtualmente conclusa per 25 milioni complessivi. Piano stilato ed esposto a Spalletti e poi saltato dopo l’infortunio di Rüdiger di martedì scorso (operato ieri al ginocchio destro, tornerà tra fine ottobre e novembre), che ha fatto precipitare la situazione.
La Roma ha capito che la rinuncia a Pjanic sarebbe stata un sacrificio preferibile, per diversi motivi, alla cessione di un altro pezzo pregiato (Nainggolan o Manolas). Da lì il blitz di Marotta e poi la lettera del calciatore targata 9 giugno: 32 milioni arriveranno nelle casse di Trigoria. La sostanza è che Allegri ha trovato un uomo su cui plasmare il nuovo centrocampo. E che Spalletti, senza il bosniaco, dovrà pensare un’altra Roma.
(gasport)