07/06/2016 13:22
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Se cercate normalità, logica e coerenza, meglio stare alla larga dalla Roma di questi tempi. Pallotta che promette di tenere i big della rosa mentre Sabatini stringe accordi per venderli su input della società, il diesse stesso che denuncia uno «scollegamento» con il presidente, Spalletti senza certezze sulla squadra del prossimo anno: in un caos mediatico del genere non è facile distinguere le promesse inesaudibili dai fatti.
La speranza è che al suo interno la Roma abbia le idee molto più chiare. Una prova si avrà oggi, giornata cruciale per le strategie di mercato e non solo: dopo una vita Pallotta e Sabatini si ritrovano di prima mattina faccia a faccia, per dirsi un po’ tutto. Dalle incomprensioni del passato a un futuro da impostare, dalle necessità di far cassa a tutti i costi entro il 30 giugno fino al divorzio inevitabile col direttore sportivo. E chi lo dice che invece alla fine non rinnoverà il suo contratto? In questo momento può succedere davvero qualsiasi cosa e le parole hanno un’importanza relativa.
Oggi, intanto, va stabilito con decisione chi vendere. Agli acquisti si penserà dopo. Pallotta nega, ma le trattative in uscita esistono eccome: Rudiger è a un passo dal Chelsea, l’accordo si può trovare intorno ai 25 milioni di euro e manca solo l’ok finale dei giallorossi. Pazienza se il sostituto designato - Umtiti - sia un obiettivo praticamente sfumato visto che s’è promesso al Barcellona. La priorità della Roma è incassare più soldi possibile nei prossimi 23 giorni, altrimenti la scure dell’Uefa si abbatterà su Trigoria: oltre alla multa aggiuntiva da 4 milioni e la rosa limitata in Champions, il club rischia di non poter inserire i nuovi acquisti in lista europea. E neppure Strootman, depennato all’ultimo lo scorso anno. Una punizione troppo severa per non tentare con tutte le forze di evitarla: ecco perché anche la cessione di Pjanic sembra dietro l’angolo. Il bosniaco sta trattando con diversi club, compresa la Juventus. E nessuno, conoscendo l’esigenza finanziaria della Roma, intende pagare la clausola da 38 milioni. Tra l’altro, qualora venisse esercitata al giocatore spetterebbe circa il 10% dell’incasso e allora venderlo a 32-33 milioni, senza più dover pagare il premio al bosniaco, porterebbe gli stessi benefici nel bilancio. Nainggolan e Manolas, per ora, restano al riparo: la società non vuole venderli ma dovrà trattare con entrambi il rinnovo di contratto. Mentre con Dzeko servirà un confronto definitivo.
Detto che per «raccattare soldi», come direbbe Sabatini, saranno utili anche i vari Paredes, Sadiq, Iago Falque, Doumbia e Ljajic, la campagna acquisti scatterà dal 1° luglio con l’obiettivo di confermare sia Digne che Szczesny. «Vogliamo tenerli entrambi - ha confermato ieri Spalletti dopo essersi riunito per tre ore allo studio Tonucci con Pallotta e Baldissoni - ma per esempio nel caso di Digne bisogna andare a chiedere al Psg se ce lo lasciano e sembra che invece lo vogliano tenere». Ci sarà da penare parecchio per convincere il francesi al rinnovo del prestito, idem con Wenger per Szczesny.
Intanto Spalletti e Pallotta hanno iniziato a impostare un futuro più lungo da vivere insieme: la Roma ha proposto all’allenatore un anno in più di contratto rispetto all’attuale in scadenza a giugno 2017. La disponibilità del toscano c’è, a patto di poter guidare una squadra competitiva. «È difficile - prosegue il tecnico - dare rassicurazioni in un mercato aperto come questo. La Roma ha un motore con bei cavalli e sarebbe bene non toccarli. Obiettivo scudetto? Facile chiederlo, ma per passare davanti alla Juventus bisogna fare grandi cose. Noi dobbiamo lavorare seriamente perché questo richiede la città».
Dopo il pranzo e le riunioni con Spalletti, Pallotta ha continuato a lavorare sul business del club, insieme, fra gli altri, al Ceo della Raptor, Robert Needham. Oggi, al più tardi domani, sarà il giorno dell’annuncio del rinnovo di Totti. Quello che il presidente ha pensato a lungo di non fare. A proposito di coerenza.