GAZZETTA.IT (C. ZUCCHELLI) -
Il sogno è fare come Florenzi, che 5 anni fa ha prima vinto lo scudetto Primavera e poi è andato a Crotone a farsi le ossa prima di tornare a Roma da protagonista; l'obiettivo, molto più prosaicamente, è fare una grande partita domani, uscire dal campo col titolo di campione d'Italia e poi vedere. D'altronde, dicono che Ezequiel Ponce sia uno che ami vivere alla giornata, diviso tra l'inseparabile fidanzata Martina e l'altrettanto inseparabile fede in Dio. Gli sono servite entrambe, quando a metà stagione si è rotto il legamento crociato ed ha dovuto rinviare l'esordio in A e le luci della ribalta: si è operato, è tornato in Primavera e con due gol in due gare (a Entella e Inter) è stato decisivo per la finale della Roma.
PROMESSE — C'è un trofeo da conquistare, una promessa da mantenere (sembra a Sabatini e al suo agente, Sabbag, ma per scaramanzia bocche cucite) e la mente non può che correre a quando, poche ore prima dell'intervento al crociato del ginocchio destro, chiese: "Ma ce la faccio a giocare le finali con la Primavera?". Gli risposero che dipendeva da lui, che le possibilità c'erano, e che se la Roma ci fosse arrivata lui sarebbe stato in campo. Era il 7 dicembre, il 4 giugno scenderà in campo da protagonista, esattamente come sperava sette mesi fa.