08/06/2016 13:34
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Qualcuno ha fatto la macumba alla Roma. Il record di legamenti crociati rotti tra i giocatori giallorossi si allunga: stavolta ne fa le spese Antonio Rudiger, infortunato al ginocchio destro in nazionale al primo allenamento della Germania in terra francese.
Una torsione innaturale della gamba, durante il contrasto con Mueller in partitella e scatta subito l’allarme. Il difensore romanista si accascia a terra, i compagni sbracciano per richiamare l’attenzione dei medici che dopo le prime cura portano via a braccia il ragazzo dal campo. In serata la mazzata tremenda per Rudiger dopo i primi esami che anticipano quelli più approfonditi di oggi: lesione al crociato anteriore in un ginocchio già operato due volte lo scorso anno, nuovo intervento obbligatorio (il prof. Mariani è già allertato) e circa sei mesi di stop.
Addio Europei e, almeno per adesso, addio Chelsea. Il problema diventa serio in chiave mercato, perché la Roma contava di incassare oltre 20 milioni dalla cessione di Rudiger e ora dovrà comprare lo stesso un sostituto all’altezza. E pensare che proprio ieri era stato finalmente definito il piano estivo. Cinque, dieci minuti al massimo di faccia a faccia, un’ora di riunione operativa insieme al resto dello staff: Pallotta e Sabatini hanno messo da parte in fretta le tensioni che accompagnano il loro tormentato rapporto e dalle 8.30 di mattina hanno dato ufficialmente il via alla campagna acquisti/cessioni.
Del resto - rinnovo o addio del diesse - ci sarà tempo per parlarne, adesso conta chiudere operazioni vitali per il bilancio del club e nel frattempo confezionare qualche acquisto da definire necessariamente dopo il 30 giugno. Fino a quella data, riscatto di El Shaarawy a parte (l’opzione scade il 22, con possibile inserimento del baby rossonero Campeol), bisogna pensare alle cessioni. Pallotta si è fatto aggiornare da Sabatini e Baldissoni sulle varie trattative durante la riunione allo studio Tonucci, definita assai «pragmatica», a cui hanno partecipato anche Massara e Zecca.
A questo punto si dovrà per forza chiudere un’operazione che da sola potrebbe risolvere parecchi problemi: la partenza di Pjanic. Il bosniaco ha deciso di ripartire altrove con nuovi stimoli e uno stipendio più alto, la Roma è d’accordo sul fatto che 5 stagioni siano sufficienti per dirsi addio. L’asta sta entrando nel vivo, col prezzo massimo fissato dalla clausola rescissoria a 38 milioni, buona parte dei quali andrebbero a Pjanic come scritto negli accordi: la percentuale spettante al giocatore sarebbe addirittura vicina al 20%, al club giallorosso resterebbero quindi circa 30 milioni con relativa plusvalenza quasi «piena». La Juventus, che ha un accordo di massima con Pjanic, non intende spendere così tanto, ma rischia di essere sorpassata dal Bayern, pronto a investire i 38 milioni richiesti. Il nuovo club di Ancelotti, intanto, sta trattando Thiago Alcantara col Manchester City dove lo aspetta Guardiola. E se partisse il brasiliano, il primo obiettivo sarebbe proprio Mire. Sullo sfondo si muove anche il Barcellona, mentre ha perso via via forza la presa del Psg.
E Nainggolan? Per il momento la Roma non lo vende al Chelsea, ma il belga ha fatto capire chiaramente che pretende un aumento di stipendio. Come Manolas. «La riunione è andata benissimo - ha commentato Sabatini uscendo dallo studio Tonucci - eravamo tutti di buon umore, io soprattutto... Se resto? L’ho già detto. Le frasi di Pallotta su Rudiger e Nainggolan? Ha protetto i suoi giocatori e ha fatto bene». Quando gli fanno notare che servono tanti milioni per schivare la scure dell’Uefa, il diesse glissa: «Non siate volgari, non parliamo sempre di soldi».
La giornata di Sabatini è stata ancora molto lunga. Il consiglio federale in programma a Roma ha portato in città i dirigenti di tutti i club italiani. Nella decina di riunioni organizzate dal dirigente giallorosso ce n’è stata una particolarmente proficua con il suo collega dell’Empoli, Marcello Carli. Oltre a raggiungere l’accordo per il rinnovo del prestito di Skorupski e qualche chiacchiera su altri giovani da mandare a far crescere nell’oasi toscana (vedi Di Livio jr.), Sabatini ha definito un’intesa preliminare per il terzino Mario Rui: 3 milioni di prestito e 6 di riscatto obbligatorio.
Un affare che ora la Roma potrà chiudere in ogni momento, ma non prima di tentare fino all’ultimo la conferma di Digne. Il Psg finora ha bocciato tutte le proposte di rinnovo del prestito e riscatto a cifre prestabilite, ma inferiori rispetto ai 17 milioni pattuiti un anno fa. Il ragazzo continua a spingere per restare, ha fatto capire ai parigini che non rinnoverà il suo contratto in scadenza nel 2018, ma non basta. Un ruolo cruciale lo giocheranno il nuovo allenatore del Psg e Maxwell: il brasiliano sta trattando il rinnovo e se firmerà, considerando la presenza in rosa di Kurzawa, allora Digne avrà il via libera per tornare alla Roma. Intanto i primi di luglio firmerà il baby Seck.
Sabatini ha incontrato anche Gino Pozzo dell’Udinese per informarsi su Widmer e Zielinski (c’è il Napoli forte), mentre i friulani vogliono ragazzi del vivaio di Trigoria come Anocic. Col Crotone si è parlato di Ponce, Sadiq e Marchizza.