25 milioni di ragioni per preferire la Champions all’Europa League

16/08/2016 19:17

ILPOSTICIPO.IT  - La Roma ha almeno 25 milioni di buone ragioni per puntare alla qualificazione in . Prestigio sportivo ma anche tanta ricchezza economica, necessaria per mantenere alte le ambizioni. Se i soldi dei diritti televisivi rappresentano per la maggior parte dei club (la quasi totalità di quelli italiani) la fonte quasi unica di sussistenza, i premi UEFA per la partecipazione alla consentono il mantenimento di uno status. Quello che consente un certo tipo di investimenti di mercato e un maggior potere di negoziazione nel campo dei rinnovi contrattuali. Il campione d’Europa ha incassato 53,5 milioni di euro contando soltanto i premi UEFA. Difficile arrivare in fondo (ultima italiana a vincere, l’ nel 2010), ma la semplice partecipazione da comprimari al torneo dell’Europa Bene, porta in dote soldi che difficilmente si contano grazie ad altre voci del fatturato. Se poi si fa strada, tanto meglio: giocare il primo turno permette di incassare 12 milioni, a cui aggiungere 1,5 milioni per ogni vittoria e 500 mila euro per il pareggio nei match del girone. La qualificazione agli ottavi fa guadagnare 5,5 milioni. Arrivando ai quarti (oltre ai soliti premi partita) ci si garantisce 6 milioni che diventano 7 per chi va in semifinale. Chi perde la finale si consola con 10,5 milioni di euro. Chi alza al cielo la coppa guadagna ulteriori 15 milioni di euro (più 3 garantiti dalla successiva partecipazione alla Supercoppa UEFA, con la variabile di 1 milione se si vince, come il nei giorni scorsi).

L’UEFA per la massima competizione continentale stanzia 1257 milioni di euro (50 da ripartire fra le squadre che, come la Roma, affrontano preliminari e playoff per qualificarsi al tabellone principale), di cui 724,4 sono per i premi (quote fisse), 482,9 per il market pool, ossia la quota che deriva dai soldi incassati dalle tv per la cessione dei diritti televisivi. E che si ripartisce in base al numero di partecipanti nazione per nazione. L’italiana che eventualmente si ferma ai playoff incassa il 10% dei circa 100 milioni di euro destinati alla nostra nazione (la cifra guadagnata un anno fa dalla Lazio eliminata dal Bayer Leverkusen). 45 milioni si ripartiscono in base alla classifica finale dell’ultimo campionato (l’anno scorso il 55%, 24,8 milioni, alla , il resto, 20,2 milioni, alla Roma). I restanti 45 milioni si distribuiscono in base al cammino successivo ai gironi ( e Roma eliminate negli ottavi di finale hanno incassato la stessa cifra, 22,5 milioni). Riassumendo, la partecipando dall’edizione 2015-16 della ha incassato 73 milioni di euro, la Roma 66,5, a cui aggiungere circa 9 milioni di euro di incassi da botteghino.

Se la Roma si qualifica invece accede in automatico al bonus per la partecipazione al primo turno (12 milioni), e da terza classificata in Serie A ha diritto al 15% della prima metà del market pool. Ossia 8,3 milioni di euro (il 50% andrebbe alla , il 35% al ). Più la parte variabile dei restanti 55 milioni di euro di market pool distribuita in base al cammino successivo al primo turno. Più i soldi derivanti da vittorie e pareggi nelle sei gare del girone. Se poi si riparte dall’Europa League, guai a snobbarla. Perché il malvezzo italiano di mandare in campo le squadre B di giovedì è sintomo di inadeguatezza totale al calcio internazionale. Ma dal punto di vista economico il montepremi della seconda coppa europea è di “appena” 381 milioni di euro. Chi accede al girone del primo turno guadagna 2,4 milioni (più 360 mila euro a Vittoria, 120 mila a pareggio). E poi 500 mila euro per la qualificazione agli ottavi, 1 milione ai quarti, 1,5 milioni alle semifinali, 3,5 a chi perde in finale, 6,5 milioni di euro per chi alza la coppa. Più, per le italiane, una media di 10 milioni di euro di market pool. Di fatto l’Europa League economicamente vale il 27% della .

VAI ALL'ARTICOLO ORIGINALE