17/08/2016 13:32
Con il preliminare di Champions League di questa sera contro il Porto si apre il sipario sulla stagione giallorossa. Le statistiche di Luciano Spalletti contro i portoghesi fanno ben sperare: l’allenatore toscano infatti ha affrontato il Porto in Champions alla guida dello Zenit e non ha mai perso, due vittorie e due pareggi il suo bilancio coi «portuensi». Una domanda però aleggia attorno alla Roma: c’è vita oltre Pjanic? Quello di oggi sarà il primo vero test senza Miralem, bollato come traditore dalla gente romanista. La partenza del bosniaco ha spezzato milioni di cuori giallorossi, però più di ogni altra cosa ha ridotto la cifra di talento del centrocampo romanista. Aspettando Borja Valero, che è giocatore diverso da Miralem, e ammesso che lo spagnolo della Fiorentina arrivi, si guarda a Kevin Strootman. Che giocherà: «Sì, Strootman gioca», la risposta netta di Spalletti a precisa domanda. Con l’olandese e con Nainggolan ai fianchi di De Rossi prende forma una mediana ad alto tasso di corsa e aggressività. Meno belli, più duri, e maggiori responsabilità sulla trequarti per Diego Perotti, chiamato a colmare, almeno in parte, il vuoto di creatività lasciato da Pjanic.
L'alternativa è l’eterno ritorno al 4-2-3-1, con De Rossi e Nainggolan davanti alla difesa, e con Salah, Perotti ed El Shaarawy dietro Dzeko. Oppure, dislocata da qualche parte nel mazzo, la carta Paredes, «partito ragazzo in direzione Empoli e tornato a Roma giocatore», per citare De Rossi. «Siamo una squadra forte da tutte le parti e siamo pronti per una sfida tanto importante», scandisce Spalletti nella sera dell’«Estadio do Dragao». Alla conferenza pre-gara l’allenatore della Roma dispensa frammenti della propria filosofia calcistica. Su Dzeko: "Voglio giocatori che siano dentro la partita, che la riempiano. Spesso nelle nostre valutazioni su chi far giocare si è portati a vedere quello che è un gesto, un gol. In una partita ci sono 55 minuti o anche meno di gioco effettivo, però ci sono 22 giocatori in campo e ognuno tocca il pallone per un minuto e mezzo. Gli altri 88 minuti e mezzo ogni calciatore deve fare qualcos'altro. Nello zaino bisogna inserire molte cose. Mi aspetto che Dzeko, se giocherà, faccia bene sotto l’aspetto della mentalità e che ci metta tanto di più». Sul ballottaggio Alisson-Szczesny: «Sceglierò in base a quello che vedo, come per tutti gli altri. Non ho la ricetta per vincere tutte le partite, ma di sicuro so che cosa fare per non doverle perdere: bisogna far giocare chi sta meglio».
(gasport)