25/08/2016 13:47
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Marcelo David Pizarro, detto Pek. Alla Roma mancava il regista nel 2006 e lui arrivò dal suo vecchio maestro; oggi manca un centrocampista in più, forse proprio un regista e ci ritorna in mente proprio l'ex numero 7 della Roma, quello a cui «davi il pallone se eri in difficoltà: l'ancora di salvataggio».
Pizarro, sa che Spalletti spesso la nomina e fa riferimento alla mancanza di palleggio?
«Sono contento, con Luciano c'è sempre stata stima reciproca».
Lei adesso è un po' vecchietto, ma sa che farebbe molto comodo alla Roma uno con le sue caratteristiche.
«Io sono svincolato».
Che fa, si propone?
«No perché la Roma se vuole ne trova uno bravo e molto più giovane di me. Io però per la Roma e con un allenatore come Spalletti giocherei anche gratis. Se serve vengo a dare una mano. Lì ho tanti amici e giocare è ancora la mia passione».
Si dice che il talento non scompare con l'età.
«Ho tre anni meno di Totti. Ho letto che in serie A, c'era pure qualche squadra che mi voleva. Ma se devo tornare, lo farei solo per la Roma».
L'ha vista la partita l'altra sera?
«Certo, non potevo mica perdermela».
Impressioni?
«Era davanti alla tv e mi sono detto: Non è possibile, è successo davvero».
Perché succede secondo lei?
«Ho visto una squadra poco concentrata, molto contratta. L'avversario era ampiamente alla portata, ma poi certi episodi ti svoltano la partita e diventa difficile rincorrere. Una sconfitta da polli».
Si riferisce a De Rossi?
«Sì, ma non solo. Daniele è mio amico e lui sa quanto gli sia legato e quanta stima abbia nei suoi confronti. Ma non posso non evidenziare il suo sbaglio. Un calciatore della sua età, con più di cinquecento partite da professionista, non può cadere in un'ingenuità del genere. Ha commesso un errore ma non trovo giusto che venga massacrato, che lo si prenda come esempio negativo».
Che pensa di Dzeko, visto che lo conosce dai tempi del City?
«L'Edin che ho conosciuto io è un grande calciatore, un centravanti forte. Forse in Italia fa un po' di fatica. La sua avventura a Roma mi ricorda quella di Gomez alla Fiorentina».
La Roma non è attrezzata per certe competizioni?
«Non lo so, forse manca qualcosa. Ma io ne faccio una questione di testa. In certe serate si spegne la luce, è successo anche con me all'epoca: Manchester è un esempio. Noi riuscivamo a ammutolire il Bernabeu, a strapazzare il Chelsea, il Lione e poi sul più bello, arriva la mazzata che non ti aspetti. E' successo ancora. Non ci voglio credere».