19/09/2016 13:07
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Onora la maglia. Tifiamo solo la maglia. Giochiamo per la maglia. Rispetto per la maglia. Maglia, maglia, maglia... Il simbolo sacro di una squadra, ecco che cosa è la maglia. O forse che cosa era, perché le leggi del marketing hanno stravolto, e neppure poco, il concetto di simbolo, ormai per nulla sacro anzi molto profano. C'era una volta, ad esempio, la maglia giallo e rossa della Roma: oggi, invece, ci sono la prima, la seconda e la terza maglia della Roma. Per accontentare lo sponsor tecnico, che caccia un sacco di soldi e, ovviamente, vuole rientrare. La Roma, ieri sera a Firenze, come annunciato si è presentata in campo con la maglia numero tre, e per molti - specie per chi stava davanti al video e aveva la possibilità di valutare con cura le varie tonalità - è stato un mezzo choc. Bastava dare un'occhiata al volo ai social, del resto, per averne una immediata conferma: si è passati dalla Fanta all'Aperol con una disinvoltura preoccupante. Chi pensava di aver visto tutto dopo l'Inter in formato Sprite in Europa League, si è dovuto ricredere. Al peggio, si leggeva su twitter, non c'è mai fine. E non consolava nessuno la condivisione dello stesso sponsor del club milanese; una multinazionale che evidentemente ama le tinte pittoresche, ama stupire. E il giallo ocra e il rosso pompeiano tanto caro (da sempre) a chi ha una Lupa tatuata sul cuore? Un miraggio. Un lontano ricordo. In nome del calcio moderno. Sigh...
L'AGGANCIO Uno, comunque, può farsene (a fatica...) anche una ragione, a patto che sotto la maglia ci sia un cuore testaccino (troppa retorica?). La Roma del Franchi è apparsa effervescente, un po' spritz ma poco cattiva, poco precisa. E così dopo aver spaccato un palo della porta di Tatarusanu con Nainggolan, ha beccato il gol della Fiorentina con la posizione fasulla assai di Kalinic, e Rizzoli consenziente. Sconfitta, in parole povere. Immeritata. Fallita, comunque, l'opportunità, in caso di vittoria, di salire sul gradino più alto della classifica dopo il ko della Juventus. Il gruppo di Luciano Spalletti resta a quota 7, agganciato in classifica dall'Inter (questione di maglia, forse?), la squadra - almeno fino a ieri - più deludente del campionato.