Italia ancora a digiuno

14/09/2016 14:31

IL MESSAGGERO (G. LENGUA) - È nata nel 2009 per volontà di Michel Platini e da quell'anno una sorta di maledizione si è abbattuta su tutte le squadre italiane che vi hanno partecipato: da quando è stata istituita l'Europa League (ex Coppa Uefa) non sono mai arrivati in finale club di Serie A. L'albo d'oro della seconda manifestazione calcistica europea annovera tra le vincitrici il Siviglia per ben tre volte, due l'Atletico , una il Porto e Chelsea. Un vero e proprio dominio delle spagnole che sin dalle fasi a gironi non hanno mai sottovalutato la coppa scommettendoci, investendo denaro ed energia nonostante sia complicato fare previsioni d'andamento ad inizio stagione. Per capire quale grado di difficoltà avrà l'Europa League, infatti, bisogna aspettare i sedicesimi di finale quando vi accederanno tutte quelle squadre eliminate dalla perché qualificate terze al girone. In Italia è una competizione considerata di secondo piano perché i club la vedono come un torneo che non porta entrate nelle casse, mentre i tifosi delle società più blasonate iniziano ad interessarsene dai quarti di finale in poi, visti gli avversari di basso rango che la popolano.

MALEDIZIONE ITALIANA - Nelle sette edizioni di Europa League il massimo risultato conseguito da una italiana è stata la semifinale. È accaduto due volte, una nel 2014 con la eliminata dal Benfica e un'altra nel 2015 con e rispettivamente eliminate dal Siviglia (quell'anno campione) e Dnipro. Non sono riuscite a fare di meglio Roma, Lazio, , Sampdoria, Palermo e Udinese, mentre il Milan non ha mai partecipato, ma in piena Calciopoli nel 2006/07 quando ancora si chiamava Coppa Uefa, vinse la partendo dai preliminari. La stagione europea sta per iniziare e sarà la prima con il che si è guadagnato il posto vincendo ai preliminari, una fase (anche quella) in cui non sono mancati i brutti momenti: il ricordo va alla Roma quando perse il posto contro lo Slovan Bratislava nel 2011.

INCROCIO FATALE - Ma come se la condanna a non eccellere nella competizione non bastasse, a metterci lo zampino ci ha pensato anche la sfortuna nel sorteggio, facendo incontrare per ben due volte le squadre italiane: il primo derby ci fu agli ottavi nella stagione 2013/14 tra e dove i bianconeri ebbero la meglio, passarono i quarti contro il Lione ma persero la semifinale. L'altro scontro tra due di Serie A fu due anni fa (stagione 2014/15 quando l'Italia ebbe qualificate cinque squadre) dove la eliminò la Roma, vinse i quarti contro la Dinamo Kiev, ma perse la semifinale col Siviglia. Eppure, in un passato nemmeno troppo lontano, quando questa stessa competizione si chiamava Coppa Uefa, l'Italia dominava in lungo e in largo,

ANNI D'ORO - Addirittura Zoff la vinse sia come calciatore che allenatore. E i club che all'epoca militavano in Serie A vinsero la finale ben 8 volte su 11 tra il 1989 e il 1999. Il 17 maggio del 1995 il Parma allenato da Nevio Scala con Zola in attacco affrontò vincendo in una doppia finale d'andata e ritorno, la di Marcello Lippi che poteva contare tra le proprie fila Roberto Baggio. Quella è stata una delle ultime partite in bianconero per il Divin Codino, ceduto al Milan di Berlusconi proprio quell'estate. L'anno prima nel 1993/94 a vincerla contro il Salisburgo fu l' allenato da Marini, mentre nel 1992/93 alzò la Coppa Uefa la di Trapattoni (allenatore più vincente trionfando tre volte al pari di Emery) contro il Borussia Dortmund. Ma quelli erano anche gli anni del di Maradona vincente nel '89 con lo Stoccarda o delle quattro finali tutte italiane (1990, 1991, 1995, 1998), o delle quattro italiane arrivate ai quarti. Un altro calcio, altri uomini, altri investimenti e, forse, altre fortune. Dal 2000 al 2009 la Coppa Uefa non ha più visto affermarsi una squadra italiana, complice anche il fatto che la fu allargata: a quel punto iniziò il dominio delle spagnole con il Siviglia vittorioso per ben cinque volte (le ultime tre consecutive) negli ultimi 16 anni.