23/09/2016 13:46
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Ecce bomber. Anzi, riecce bomber. E Nanni Moretti, lo speriamo, ci perdonerà la travisata citazione. Sono tornati i bomber, insomma. I centravanti. Gli uomini-gol. Quelli che determinano le partite, condizionando il risultato con le loro prodezze. Nulla di inedito, per carità: era già accaduto, accadrà ancora. Nel calcio, del resto, non c’è (più) nulla di nuovo. Si va a mode, si va a periodi e, adesso, è il periodo dei numeri 9. Basta dare uno sguardo alla classifica dei cannonieri per averne un’immediata conferma: sul gradino più alto del podio c’è l’interista Icardi, sei reti, seguito dal milanista Bacca, a quota 5 come il napoletano Callejon, e poi a quota 4 il romanista Dzeko, lo juventino Higuain, il napoletano Milik e pure Borriello e Belotti, il vecchio e il nuovo del gol made in Italy. Dopo cinque giornate di campionato, un bel vedere per i nemici dello zeroazero e, soprattutto, per i tifosi dell’Inter. Il motivo è semplice: capitan Icardi ha segnato sei delle sette reti nerazzurre (Perisic l’intruso) contribuendo in maniera determinante ai 10 punti della squadra di Frank de Boer. E, immediata, arriva la riflessione: se Maurito non fosse stato così prolifico, l’Inter avrebbe già cacciato pure il tecnico olandese? Forse sì, chissà. Un discorso più o meno simile può essere fatto per il Milan che non ha vissuto soltanto dei gol di Bacca, ma che attraverso le reti del colombiano ha acquisito credibilità, consistenza e autostima. E Vincenzo Montella respira. Chi ha il bomber, come chi ha mamma, non trema.
La Roma, che nel passato campionato aveva chiuso con il miglior attacco, si sta confermando, 13 reti (Napoli 10), grazie alle giocate ad intermittenza di Dzeko, tanto discusso quanto redditizio (ha segnato o non ha segnato gli stessi gol di Higuain e Milik?). Il bosniaco rappresenta, comunque, la novità dei bomber del campionato se pensiamo che, per un motivo o per un altro, nella passata stagione era arrivato a quota 4 soltanto alla ventesima giornata: un salto in alto degno di Gimbo Tamberi, con la percezione che il capitano della Bosnia sia destinato a superare il suo record italiano, 8 reti. Intanto, non si sa mai, ecco i tre gol di Salah e Perotti (tutti su rigore, però) per far sorridere Luciano Spalletti.
Capitolo Higuain. La grancassa mediatica che, da sempre, accompagna la Juventus non sta perdendo occasione per magnificare l’impresa di Gonzalo sempre a segno allo Stadium (come Dzeko all’Olimpico…), quattro gol in altrettante uscite casalinghe (come Dzeko…). Se mai, la notizia è che il Pipita non ha ancora segnato in trasferta (come Dzeko…), ma questo interessa poco. Casuale, sostengono i cortigiani a strisce bianconere. Anche Milik ha fatto gol soltanto a Napoli, eppure il polacco viene considerato l’autentica rivelazione d’inizio campionato. E Callejon, che ha segnato un gol più di lui, e sia in casa che in trasferta, solo un attaccante fortunato.
A forza di parlar bene a prescindere di Higuain, si finirà con l’esaurire gli aggettivi prima del tempo. Ma il calcio, dicevamo, vive di mode, e oggi va di moda puntare i riflettori sui centravanti. Tirando in ballo, per far quadrare il cerchio, perfino Balotelli che in un campionato modesto come la Ligue 1 segna due gol in fuorigioco, guadagna le prime pagine dei giornali e torna a far parlare di sè in chiave azzurra. E del Chievo che ha gli stessi punti di Roma e Inter, e uno meno del Napoli pur non avendo Icardi, Dzeko o Milik, non frega niente a nessuno.