16/09/2016 13:10
IL TEMPO (E. MENGHI) - Rimandata (già) a settembre. Non è stato certo il miglior inizio nella nuova «scuola», l’Europa League, per la Roma, che si aspettava un esordio da tre punti e invece è caduta negli errori di sempre, riuscendo a strappare solo un pareggio a Plzen. Spalletti non può essere soddisfatto: «Bisogna fare di più e meglio. La partita era andata a nostro favore, eravamo passati in vantaggio e c’era la possibilità di gestirla, però poi l’abbiamo messa sul piano a loro congeniale, quello fisico e delle ripartenze. Il gol che abbiamo preso era evitabilissimo, ma se si viene a giocare in questi campi senza prendere in mano la situazione, gli avversari danno tutto dal punto di vista del carattere e si buttano oltre l’ostacolo. Bisogna avere più tranquillità e personalità nel gestire i momenti di una gara».
I favoriti dovrebbero dimostrarsi tali, ma non riescono a farlo per colpa di un vecchio tallone d’Achille: non sanno gestire il vantaggio e quando prendono gol vanno in tilt. Non è bastato nemmeno schierare tanti palleggiatori nell’undici titolare e Spalletti è rimasto deluso dalla prova delle riserve, a cui non negherà tuttavia la chance per il riscatto: «Dovevamo prendere il centrocampo in mano, abbiamo concesso alcune leggerezze e in diversi frangenti abbiamo fatto cose egregie, ma senza quella continuità e la compattezza che ci devono essere. Non si è fatto molto per vincere. Non c’è nessun ultimatum per Iturbe, è rimandato alla prossima partita. Anzi, siamo tutti rimandati, io insieme a loro. Perché avendoli fatti giocare mi aspettavo qualcosa di più da loro: quando uno si gioca la possibilità di aver un futuro nella Roma deve far vedere che va alla ricerca della convinzione, di un duello, di qualche azione, qualche presa di posizione dove si butta il corpo e l’anima oltre le qualità».
Si aspettava qualcosa in più anche da Gerson, rilevato dopo 45’ all’esordio in giallorosso: «Ha fatto tutto sommato una buona gara, probabilmente essendo la prima è quello che è scusato un po’ di più. Quelli che giocano meno devono sfruttare più di queste chance. Non hanno 5 partite di tempo, ci sono 5 minuti e 5 allenamenti per entrare nei meccanismi. In generale sono mancati coraggio, serenità e voglia».
Qualità da ritrovare in fretta, perché domenica c’è Fiorentina-Roma: «Una bella partita quella di Firenze - ha commentato Spalletti - e anche quella di San Siro (Inter-Juventus, ndc). Noi dobbiamo pensare a giocare meglio di quanto fatto in Repubblica Ceca e sono convinto che sarà così: andremo là e faremo qualcosa in più». L’Astra Giurgiu, battuta ieri in casa dall’Austria Vienna, sarà la prossima avversaria in Coppa tra due settimane: «Noi la nostra qualificazione la dobbiamo giocare sul nostro campo, non dobbiamo fare affidamento alle altre».
Non fa calcoli il tecnico toscano, che stavolta non ha potuto beneficiare della magia di Totti, osannato pure a Plzen da uno stadio intero, senza tuttavia lasciare il segno. In campo, perlomeno. Perché nel post-partita è stato protagonista di un siparietto divertente nella zona mista dello stadio: «Che giro mi avete fatto fare? Alla fine devo pagare il biglietto. Poi che vi devo dire dopo 25 anni? Sempre le solite cose... ».