22/09/2016 13:28
IL TEMPO (A. AUSTINI) - La Roma degli egiziani ritrovati, di Totti che lancia e di Dzeko che segna. Di un rigore parato da Szczesny, evento raro nella storia recente dei portieri giallorossi. Spalletti riscopre tutta insieme l’esplosività dell’attacco e passeggia sopra il modesto Crotone di Nicola. Se la squadra calabrese è quella vista ieri, faticherà a mettere insieme dieci punti in classifica. All’ottava partita ufficiale c’è un fatto ormai acclamato, romantico o preoccupante a seconda dei punti di vista: la Roma funziona molto meglio con Totti, che tra cinque giorni compirà quarant’anni. Lui come nessun altro ha bene in mente il calcio di Spalletti, col quale si è divertito da centravanti arrivando a vincere la Scarpa d’Oro. Adesso il capitano si è riscoperto fantastico trequartista, capace di superare i problemi dovuti a una mobilità ormai ridotta giocando quasi solo di prima. E con quel piede la palla arriva sempre dove la vuole mettere, vedi l’assist da applausi per il 3-0 di Dzeko. Ecco perché Spalletti, per la prima volta da quando è tornato sulla panchina giallorossa, gli ha concesso un posto tra i titolari, senza togliere il bosniaco e lasciando fuori lo «spompato» Nainggolan. Vista la pochezza del Crotone, un azzardo che ci stava.
L’ispirazione di Totti, rimasto in campo 90 minuti, aiuta il resto dell’attacco a sbloccarsi. El Shaarawy e Salah sono sembrati finalmente pimpanti. Il Faraone ha colpito finalizzando un’azione di «tigna» di Florenzi, applaudito alla fine anche dai suoi ex tifosi calabresi. Una rete, la prima in stagione, che ha liberato El Shaarawy dal torpore. Suo anche l’assist per un altro protagonista ritrovato della serata: Salah, finalmente freddo sotto porta e di nuovo devastante palla al piede. A completare il festival dell’attacco, tornato da ieri a essere il migliore della serie A con 13 marcature in 5 partite, ci ha pensato Dzeko, che nel primo tempo ha ingaggiato la sua battaglia personale con la porta (palo e parata di Cordaz) e nella ripresa si è liberato sull’illuminazione divina di Totti e sulla successiva imbeccata di Salah. Nel finale ci ha provato anche il volenteroso Iturbe, spronato da Spalletti che è rimasto forse l’ultimo a credere in lui, ma per l’ex Verona il gol resta ancora un tabù.
Non è tutto oro quel che luccica e anche ieri la difesa ha sbandato più del previsto. Palladino ha avuto sul sinistro la palla del possibile 1-1 in un momento di eccessiva sofferenza per la retroguardia romanista. La sensazione è che la formula con Florenzi-Peres terzini tutta spinta funzioni solo se la squadra è in grado di gestire il pallone quasi totalmente nella metà campo avversaria. Chiaro poi che il centrocampo con un uomo in meno rispetto al solito abbia garantito poca copertura agli esterni difensivi. Ma per sfruttare la qualità di Totti la coperta da qualche parte andava pur tirata. E ci ha pensato Szczesny a garantire il secondo «clean sheet» della stagione con il rigore parato a Palladino e un volo finale sul tiro di Capezzi.
Nota a margine. L’Olimpico, o quel che ne resta, riesce a spaccarsi anche in una serata senza ansie. Quando entra Juan Jesus in tanti fischiano, poi dai Distinti (nuovo cuore pulsante del tifo) partono applausi e cori per incoraggiare il brasiliano. Della serie: non facciamoci del male da soli.