02/10/2016 13:57
IL TEMPO (A. AUSTINI) - La partita tra imperfette. All’Olimpico è già ora di risposte da Champions: Roma-Inter il primo bivio per il terzo posto, mettendo da parte al momento pensieri più ambiziosi. Spalletti contro De Boer, duello inedito e imprevedibile, difficilmente ci si annoierà.
Il toscano stavolta è intenzionato a partire senza Totti fra i titolari. Chiedergli un altro sforzo dopo i 90 minuti di giovedì in Europa sembra troppo anche per un highlander che non conosce limiti come il capitano. E allora toccherà a Perotti & Co. dimostrare di saper camminare da soli. Una scelta tutto sommato logica, ma Spalletti, al solito, si mostra infastidito nel trattare l’argomento. «Totti - rimarca il tecnico - ha fatto bene ed è stato preso in considerazione di più: è un modo di lavorare coerente. Dicevate tutti che deve smettere a fine stagione e nessuno si è domandato “Vediamo quello che fa?”, come vi ho spiegato io a giugno, poi si valuterà se potrà giocare ancora. Lui adesso è dentro la squadra e fa le cose in maniera corretta. Lo prendo in considerazione, naturalmente valutando altre cose, come ad esempio la sua età».
Ma il nodo per Spalletti (e i dirigenti) è sempre lo stesso: tutto quello che guadagna il capitano lo perdono gli altri. «Iturbe giovedì - l’esempio dell’allenatore - ha conquistato una punizione importante, quella dell’assist di Totti per Fazio, ma non viene menzionato da nessuna parte, perché non viene dato valore ai compagni. Francesco se fa più giocate e più gol io sono contento e lo tengo presente, sempre valutando però quello che penso possa dare. Voi - dice rivolto ai giornalisti - volevate fargli fare il tour degli stadi e adesso stiamo chiedendo la conferma da titolare in una partita importante. Se si stesse a metà strada e si ragionasse con più equilibrio si troverebbe la soluzione a tutto». Poi una spiegazione tecnica della probabile esclusione: «Ci sono dei numeri che non conoscete, a noi mancano una serie di comportamenti di cui nessuno si accorge: i raddoppi di marcatura, le chiusure delle linee di passaggio, l’andare oltre la linea difensiva. Hanno un’importanza notevole nella gestione della partita: se noi facciamo tanti raddoppi sugli avversari, ad esempio, vinciamo».
Sui rivali di stasera non può giustamente sbilanciarsi. «L’Inter è una squadra forte come la Roma, prima o poi farà vedere il suo valore, c’è da stare attenti. Fino a questo momento non abbiamo mandato dei segnali ben precisi di quello che siamo, lo stesso problema possono averlo loro. Per noi è fondamentale e mostrare il livello di squadra che abbiamo raggiunto». Quello visto finora in campionato non basta.