08/10/2016 02:20
Ormai avevano due visioni troppo distanti per poter continuare sotto lo stesso tetto. Il divorzio tra Walter Sabatini e James Pallotta si è consumato sull'altare del calciomercato. L'ex ds rappresentante quella che il presidente considera «la vecchia scuola», legata a un modus operandi poco incline alle novità introdotte dalla tecnologia. Novità che piano piano il tycoon di Boston ha invece introdotto a Trigoria per rendere le campagne acquisti più 'scientifiche' grazie a montagne di dati, statistiche ed equazioni.
Secondo il patron giallorosso, infatti, sarebbero maturi i tempi di una applicazione al calcio del sistema 'Moneyball', ovvero il metodo basato sui dati che l'ex general manager degli Oakland Athletics, Billy Beane, ha introdotto nel baseball. «Io vivo d'istinto, non conto i rimbalzi del pallone? Pallotta e i suoi collaboratori invece adorano la statistica e stanno cercando un algoritmo vincente - ammette Sabatini nel giorno dell'addio - Loro fanno meeting, incontri, io invece sono incline alla mia sofferenza notturna, mi sparo 5 sigarette e mi vedo un soggetto per capire se è bravo o no».
Insomma, niente monitor del computer ma televisore sempre accesso per studiare le partite. Anche perché, avvisa Sabatini, «le statistiche aiutano ma tradiscono». Deve pensarla in maniera diversa Pallotta che, assieme al suo braccio destro Alex Zecca, ha realizzato un database di oltre duemila giocatori, allestendo negli ultimi due anni un team di analisti a Roma, affiancato da alcuni esperti tra Vancouver e Silicon Valley. Il tutto senza dimenticare l'utilizzo a Trigoria di un software analitico creato da una startup californiana scovata dal figlio di Pallotta, Chris, e il cui sviluppo è stato sostenuto dal fondo di private equity 'Raptor', di proprietà del businessman americano.
(ansa)