Roma, le riserve di caccia

18/10/2016 14:02

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Guarda Federico Fazio: arriva a Roma come quarto, diventa un primo. Guarda Gerson, invece: arriva come crack del mercato e ad oggi può raccontare solo di un minuto vissuto in campionato (a sabato scorso), 4 in (nel ritorno contro il Porto) e ben 67 in Europa League (distribuiti tra la trasferta di Plzen e il match casalingo contro l’Astra Giurgiu). Ecco, questo per dire che se Gerson diventasse il Fazio della situazione, risolverebbe tutti i suoi problemi. La Roma fino a questo momento ha puntato molto sugli stessi uomini, ruotandoli spesso di posizione e poco si è affidata alle così dette alternative. Le assenze fisse di e di Vermaelen, più ovviamente Mario Rui, non hanno aiutato. E i vari infortuni muscolari, ultimi quelli di Bruno Peres e (fuori entrambi per due settimane) impongono a di puntare per forza sulle seconde linee, non solo nelle sfide infrasettimanali di Europa League, ma anche per il campionato. Vedi, appunto, , quando ha dovuto schierare , riportare esterno (dopo averne testato le qualità da trequartista) e nel finale buttare nella mischia Palmieri, protagonista (non proprio positivo) dell’inizio di stagione e poi sparito per un po’. E’ chiaro che il discorso fatto per Gerson, vale per e per , per non parlare poi di ed che, diciamo così, sono meno riserve rispetto alle altre.

Questi calciatori hanno bisogno di giocare con continuità e ha la necessità di portarli da riserve a alternative, uno status più nobile, anche più stimolante. Magari, presto, anche Fazio finirà per non giocarle tutte quando rientreranno a pieno regime e Vermaelen, ma queste gare consecutive nelle quali è stato schierato da titolare lo hanno reso inevitabilmente più affidabile, pronto.

Chi non ricorda l’ultimo scudetto della Roma? Il Fazio dell’epoca era Cristiano Zanetti, chiamato a sostituire subito , rottosi prima del via. E poi, i vari Mangone, Nakata, la riserva di lusso Montella, per non parlare delle preziosissime presenze di Aldair. Loro sono stati protagonisti decisivi per la conquista del titolo, quando le rose delle squadre erano di gran lunga più ristrette di quelle di oggi. La Roma, al momento, non è all’altezza della ma attraverso il contributo delle alternative può quantomeno accorciare le attuali distanze. A qualcosa in questo senso si è visto, con l’innesto dei vari e . Ma da qui in avanti i minutaggi dei vari , Gerson e gli stessi e dovranno per forza aumentare. Il loro rendimento (positivo) farà sentire la rosa meno imperfetta (o all’altezza) di quello che attualmente è. Esempio: quando partirà per la coppa d’Africa, il campionato vivrà la sua fase decisiva. Chi sostituirà l’egiziano? Sulla carta , ma Manuel non può essere certo in grado di avere lo stesso rendimento di Momo se continuerà a giocare così poco. Fin ora siamo fermi a 33 minuti e tre presenze in campionato, 31 in e 161 in Europa League. L’assenza di , come Peres, magari (non ci sono certezze) aprirà spazio anche a lui, che intanto giocherà sicuramente giovedì contro l’Austria Vienna. Se non avrà la forza di imporsi come , basterebbe che facesse almeno l’, che in questo momento non viene considerato un titolare ma che fin ora ha dimostrato di essere dentro ogni volta in cui è stato chiamato in causa. Stesso dicasi per e addirittura per , riserva di in campionato, ma titolare in Europa. Tra gli alternativi più utilizzati c’è : tre volte titolare in campionato per 6 presenze complessive e 300 minuti giocati, 47 in (5′ nell’andata con il Porto, 42′ da titolare nel ritorno) e 180 in Europa League. A sperimentato pure vicino a . Qualcosa sè mosso, ora tocca a loro. Per non essere più definite riserve.