11/10/2016 13:15
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - «Quaranta giocatori di tutte le squadre italiane non fanno un Totti». C’è da ascoltare in silenzio se a emettere la sentenza è un certo Maradona, campione che da sempre ammira il numero dieci giallorosso. A margine della presentazione della partita per la pace, che si giocherà domani sera all’Olimpico, il numero uno del mondo si illumina quando gli viene chiesto di Francesco («Può giocare altri cinquant’anni») prima di alzare il sipario sulla settimana che porterà a Napoli- Roma di sabato pomeriggio. «Mi auguro che sia anche quella una giornata di pace perché sappiamo che non vanno d’accordo le due tifoserie. E poi che vinca il migliore, che per me è il Napoli». Non pensa che il migliore sia il Napoli, Spalletti, ma l’infortunio di Milik per il tecnico non leva forza alla squadra partenopea. «Perdono un buon giocatore ma, in funzione della partita, non diminuiscono la loro forza. Gabbiadini quando ha giocato ha sempre fatto rispettare quelle che sono le giocate del campione, i gol e la stima della squadra. Per questo non penso che sarà più facile per noi». Spalletti, ai microfoni di Mediaset, si proietta allo scontro di sabato. «Partita importante che può dare molto dal punto di vista dell’entusiasmo, soprattutto all’ambiente. Roma e Napoli, squadre per le quali il coinvolgimento del pubblico può fare molto, per questo dobbiamo farci trovare pronti». Il tecnico toscano non sembra poi aver preso per nulla bene il divorzio di Sabatini. «Abbiamo perso una sentinella di Trigoria perché lui viveva per la Roma, ce l’aveva addosso. Speravo ci ripensasse, avevo lavorato per questo, perché serve anche una squadra forte in società che comprende il direttore sportivo, quello generale, il presidente e il vicepresidente ». Preoccupato, quindi, Spalletti, per quello che sarà il nuovo assetto societario, soprattutto per quanto riguarderà il modo di operare sul mercato. Intanto, sul campo, Nainggolan è tornato a lavorare in gruppo e si candida per una maglia da titolare a Napoli.