08/11/2016 13:54
Con la tripletta realizzata al Bologna, Mohamed Salah è salito a 8 reti in campionato, tanti per un esterno che dovrebbe principalmente far segnare i suoi compagni. Spalletti se lo gode ed è già disperato al pensiero che a gennaio «Momo», come lo chiamano tutti a Trigoria, dovrà partecipare alla Coppa d’Africa con la nazionale egiziana. In patria, e più in generale nel mondo arabo, il giallorosso è considerato una vera e propria rockstar: la scorsa estate, quando la Roma è andata a giocare un’amichevole a Dubai, c’erano più tifosi per lui che per Totti. Ha oltre 10 milioni di follower sui social network e un bel po’ di sponsor privati (tra cui la Pepsi). Non passa giorno in cui sul telefono del suo agente non arrivi una richiesta di intervista da parte dei media arabi: lui si concede pochissimo, un po’ per timidezza e un po’ perché quando è arrivato in Europa è stato criticato dalla comunità musulmana, che gli rimproverava di essere sensibile ai costumi occidentali.
Salah, al contrario, è profondamente religioso e ogni giorno, anche in ritiro, dedica una parte della sua giornata alla preghiera. Se a Roma è impossibile incontrarlo in discoteca, è molto più facile farlo nella moschea di Acilia, la più vicina al Torrino, quartiere dove abita con la famiglia: la figlia Makka, nata a Londra quando giocava col Chelsea, e la moglie. È un ragazzo semplice, Salah: il suo migliore amico romano è un dipendente della Roma, che la società gli ha messo a disposizione dal giorno del suo arrivo. I compagni lo adorano: domenica è andato a festeggiare la tripletta al Bologna al ristorante (ama la cucina italiana, soprattutto la pasta al pomodoro) con Nainggolan e non ha mai perso di vista il pallone della gara, che si è portato a casa. Con Totti c’è un feeling particolare: in campo parlano la stessa lingua, fuori il capitano gli fa le battute in romanesco e lui, che ormai capisce bene l’italiano, ride.
(corsera)