26/11/2016 14:29
IL TEMPO (E. MENGHI) - Segna Dzeko e la Roma vince. Oltre che riscoprirsi bomber, il bosniaco in questa stagione è diventato il vero trascinatore, perché quando raccoglie lui il pallone dalla rete non esiste risultato diverso dai tre punti. Finora è sempre andata cosi: i 10 gol in campionato sono equivalsi a 7 vittorie e solo col Bologna la Roma ha festeggiato senza bisogno del timbro del suo miglior marcatore. Idem in Europa, dove i due successi consecutivi a Vienna prima e all'Olimpico contro il Viktoria Plzen sono arrivati con 5 reti a firma dell' ex City. Il discorso vale anche per la Bosnia, a settembre contro l'Estonia e a ottobre contro Cipro Dzeko ha lasciato il segno e la Nazionale ha vinto. Sommando tutte le prodezze stagionali è già arrivato a quota 18, ma mettendo da parte quelle realizzate senza la maglia giallorossa resta un bottino di 15 gol tra Serie A e Coppa: 1 ogni 97 minuti. Meglio del suo ex compagno Agüero, peggio solo di Messi e Cavani. Più di quanto Edin abbia mai fatto in carriera.
Merito del posto fisso, secondo Spalletti, e di quell'odiato dualismo con Totti finalmente cancellato. Della Roma dipendente dalle magie del suo capitano non c'e più traccia e, anzi, a leggere i numeri del bosniaco in relazione a quelli della squadra appare evidente una nuova verità: la Dzekodipendenza. Eppure, il tecnico toscano non ha smesso di tenere l’attaccante sulla corda, ricordandogli di alzare il tasso di cattiveria sotto porta: nell'ultima sfida europea, il numero 9 ha calciato 7 volte verso la rete, trovandola in 3 occasioni. Il bicchiere e chiaramente mezzo (o forse più) pieno, ma nel vedere quello che manca nelle chance perse c'è il margine di miglioramento della Roma tutta. Il 33% dei gol della squadra sono del trentenne di Sarajevo, gli altri segnano ma le loro reti non sono sinonimo di vittoria. La tripletta ai cechi ha confermato l'ottimo stato di forma del bomber, che non faceva tre gol in una partita dai tempi del City, esattamente da128 agosto de12011 contro il Tottenham. Giovedì sera si portato a casa il pallone della sfida valsa la qualificazione ai sedicesimi di Europa League, i compagni l'hanno firmato e ora Dzeko lo conserva gelosamente perché è il simbolo della sua nuova vita nella Capitale.
Belotti e Icardi hanno raggiunto il bosniaco in testa alla classifica cannonieri della A, domani col Pescara li sfiderà a distanza per tenersi il primato. Non c'e riposo per Edin, perché le assenze in attacco costringono Spalletti ad affidarsi ai titolarissimi anche stavolta: El Shaarawy e Totti rientrano per il derby, Iturbe fin qui è una scommessa persa e Perotti e Salah sono chiamati agli straordinari. De Rossi ieri ha fatto un lavoro differenziato, ma non ha problemi fisici, per cui si candida per giocare dal 1'. Paredes e Strootman sono in ballottaggio per la seconda maglia in mediana. Resta out Manolas, impossibile togliere Rüdiger e Fazio da la dietro, sugli esterni Bruno Peres e uno tra Jesus e Palmieri. Aspettando Mario Rui, che 113 giorni dopo l'operazione al crociato torna in campo con la Primavera: oggi, ore 14.30, al Tre Fontane sfida coi più piccoli il Bologna e si appresta a rientrare in prima squadra. Papa De Rossi avrà il termometro della situazione e potrà richiamarlo in panchina anche dopo un tempo solo, l'importante è non correre rischi perche il recupero è ultimato e manca solo il rodaggio finale. Lo stesso non si può dire di Nura, che doveva tornare con Rüdiger e invece non è pronto nemmeno per la prova del campo con Rui.