La Roma dura solo un tempo

21/11/2016 13:13

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La Roma che non ti aspetti. Annebbiata. Fiacca alla meta e quindi improvvisamente impotente. Così permette all’Atalanta, 22 punti nelle ultime 8 gare (e 25 in 13 partite: mai così in alto nella sua storia), di prendersi i 3 punti al fotofinish: 2 a 1. La nuova caduta in campionato, 3° ko e sempre fuori casa dopo quelli con la e il Torino, è dolorosa soprattutto per la classifica: la capolista si allontana. Ora i campioni d’Italia sono a più 7 e il 17 dicembre avranno pure il vantaggio di giocare lo scontro diretto allo Stadium. avrà più questioni da approfondire dopo la sconfitta di Bergamo. Fisicamente e psicologicamente i giallorossi sono crollati nella ripresa. In più le sue mosse in corsa non hanno convinto: Gasperini ha sicuramente usato meglio le riserve. Più che imprecare per l’ennesima rimonta, la numero 5 della stagione (2 in campionato, 1 nel playoff di e 2 in Europa League), è il caso di analizzare l’involuzione della Roma in trasferta. Con , nel campionato scorso, 7 vittorie e 1 pari in 9 viaggi, con l’unico ko nel primo, in casa della . Adesso, in 7 partite lontano dall’Olimpico, solo 8 punti su 21 e con appena 2 successi. Il distacco dal vertice è sintetizzabile nella discontinuità tra le gare interne (conquistati 18 punti su 18 disponibili nelle 6 giocate nella capitale) e quelle esterne. Il gruppo cambia comportamento e atteggiamento che non sono da grande. Ma a Bergamo, oltre al coro stonato e rauco, hanno steccato anche i singoli: Peres in difesa, a centrocampo e in attacco, i picchi del pomeriggio deludente. L’illusione è durata solo 45 minuti. La Roma si è presa subito l’iniziativa e, fino all’intervallo, non l’ha mai lasciata. Il ritmo non è continuo, ma non va certo a intaccare la prestazione che è, per un tempo, di chi si vuole prendere i 3 punti. Le chance non mancano, almeno 3 oltre al rigore trasformato da . Il vantaggio arriva tardi, a 5 minuti della conclusione della prima parte, con l’ex Toloi che para il tiro di , liberato davanti alla porta da . , conoscendo bene la storia giallorossa, si infuria platealmente davanti alla panchina quando si pappa, calciando con superficialità tra le braccia di Berisha, il 2 a 0 prima della pausa. Sempre lui, sullo 0 a 0, ha sprecato altre 2 occasioni. Saranno fatali.

L’arrabbiatura di non è sembrata affatto fuori luogo. Perché la Roma, al rientro in campo, è diventata improvvisamente timida e quasi impaurita. In 49 minuti della seconda parte non tirerà mai nello specchio della porta. Ma sono le sostituzioni e, a questo punto i panchinari, a fare la differenza. Gasperini, con 2 mosse, ha cambiato lo svolgimento del match. Ha iniziato mettendo D’Alessandro per Masiello, con Zukanovic abbassato in difesa, e soprattutto allargando e invertendo Gomez e Kurtic. Dal 3-4-2-1 il passaggio al 3-4-3. E, ancora sullo 0 a 1, Freuler per Kurtic, per avanzare a destra Kessiè che diventerà imprendibile, a cominciare dall’azione del pari con il cross che, intercettato da , genera il rimpallo vincente sfruttato di testa da Caldara. Insieme a Freuler trova spazio pure El Shaarawy che prende il posto di , a destra come sarà durante la Coppa d’Africa. , appena incassata la rete di Caldara, chiama l’inversione dei terzini: a destra va e a sinistra Peres per occuparsi, senza pero’ riuscirci, proprio di Kessiè. Tocca a , fuori : in piena confusione tattica ecco il 4-1-4-1: sulla fascia finisce che nel finale esce per . Nell’assedio D’Alessandro e Gomez si divertono a sinistra. atterra banalmente Gomez, Rocchi assegna il 2° rigore del pomeriggio e Kessiè firma il successo prima dell’inizio del recupero. Gasperini, con Raimondi per Gomez, chiude con la difesa a 4. La lezione è finita. Sacchi, in tribuna, applaude.