Roma, l’esame di immaturità, l’Atalanta è una meraviglia

21/11/2016 14:01

LA REPUBBLICA (L.BOLOGNINI) - Ma che bella Atalanta. Ma che brutta Roma. Non sarebbe stata una partita facile per , si sapeva, con un avversario reduce da 6 vittorie e un pari. Ma il 2-1 è davvero stretto per i bergamaschi che nella ripresa si sono abbattuti come un fortunale sugli avversari: le ondate dei fantastici Kessié e Gagliardini (e Gomez, e Freuler, e Spinazzola, e gli altri) hanno portato al naufragio romanista nel recupero, col rigore di Kessié, premio a una partita da tuttocampista. Merito anche di Gasperini, netto vincitore su nella gara di lettura tattica. Nel primo tempo l’Atalanta è timida, sopraffatta dalle verticalizzazioni di e e in chiusura arriva pure il rigore di (mani di Toloi), anche se il dominio romanista meriterebbe almeno un paio di reti, ma un in versione piede a banana puntualmente distrugge in contropiede almeno tre palle gol. Poi Gasperini ribalta il tavolo in due mosse: prima D’Alessandro per Masiello, poi Freuler (palo) per Kurtic. Il 5-3-2 lascia il posto al 3-4-3 classico del tecnico piemontese, basato su aggressività e agonismo ancor più che sulla tecnica, che comunque non manca. Si veda Gagliardini, che per ora in Nazionale va solo da stagista ma non aspetterà molto la convocazione vera: fosforo, fantasia, corsa.

E col nuovo modulo Kessié porta in area il suo strapotere fisico, risultando imprendibile. La Roma, poi, si ribalta immediatamente: sulle fasce Peres palesa i soliti limiti sia a destra che a sinistra, e il centrocampo crolla fisicamente giusto quando le gambe bergamasche hanno finito il riscaldamento. Ne esce un assalto all’arma bianca, roba da calcio inglese se non scozzese, complice un’atmosfera bollente allo stadio. Lasciamo stare che il pari di Caldara sia un gollonzo con che gli fa carambolare il pallone sul corpo: il pari è giusto e il 2-1 finale ancor di più. Di sicuro, anche se la Roma non ha certo perso per questo, mostra minor lucidità di Gasperini negandosi con le sostituzioni il contropiede, più che possibile con avversari così sbilanciati. , pur sciagurato, è un bell’apriscatole, ma esce per un ingiudicabile. E il cambio di (che, dopo aver pensato di mettere al posto di o , poi inserisce per ) è doppiamente infausto. Proprio lui causa il rigore chiave, agganciando sotto gli occhi di Rocchi (bravissimo, si può dire?) Gomez in area, diretto sul fondo. «Una ripresa che non mi aspettavo – ammette Luciano – , specie dopo un primo tempo che ci aveva fatto rabbia chiudere con un solo gol di vantaggio. Invece, crollo totale: quando c’è da lottare noi abbassiamo la guardia».

Il modo migliore, questo, per perdere non solo i match, ma anche gli scudetti: la ora è a +7, il discorso si fa molto più duro. Ma non dimentichiamo, stavolta, i meriti di un’Atalanta che al momento è semplicemente la miglior squadra d’Italia: «Sono esterrefatto io stesso dalla nostra ripresa – ammette Gian Piero Gasperinial momento non so che limiti abbiamo. Vogliamo stare coi piedi per terra ma se alla fine saremo a questo punto, ce la giocheremo come mi è successo anche al ». Ma non provate a parlargli di nuovo Leicester: «Troppo, anche se prestazioni e ambiente sono simili». C’è anche la consapevolezza che un Kessié così non lo puoi tenere a Bergamo a lungo: il richiamo delle big e del denaro sarà presto superiore a quello dei casonsei. Già a gennaio? «Una cessione comporterebbe comunque il nostro rafforzamento, i Percassi sono ambiziosi», glissa il tecnico. Chiusura per salutare, diciamo così, il ritorno dei tifosi romanisti a Bergamo dopo tre anni di assenza. 450 tra agenti e carabinieri e meticolose (dicono) perquisizioni dei circa 1.300 giallorossi entrati allo stadio non hanno impedito lanci di fumogeni, bomboni e petardi durante la partita. Alla fine le forze dell’ordine si sono frapposte tra le tifoserie, non si capisce bene quale delle due abbia tentato l’aggressione, forse entrambe, ma si capirà solo oggi analizzando i filmati in . Bilancio finale: quattro steward e un agente lievemente feriti, 500 romanisti identificati. Alla fine tutto tranquillo, in rapporto a quel che si temeva.