17/12/2016 17:26
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Giocare in uno stadio dove ne hai perse sei su sei. Sfidare una squadra che ha vinto tutte le ultime 23 partite di campionato in casa. Dimostrarsi all’altezza di una missione che, sostanzialmente, i rispettivi bilanci delle società dovrebbero rendere impossibile. La Roma è in grado? È la grande e unica vera risposta che si cerca stasera allo Juventus Stadium, il fortino in cui i bianconeri hanno costruito i cinque scudetti con la legittima ambizione di aggiungerne un sesto. Sulla carta, stavolta, Spalletti può permettersi quantomeno di provare a interrompere la «dittatura bianconera» e mantenere almeno i 4 punti di distacco. Da un livornese a un (quasi) fiorentino, il primo ad accendere una vigilia piuttosto distesa è Allegri: «Spalletti come allenatore non si discute, ogni tanto è bravo anche a fare l’attore». Da Trigoria Luciano raccoglie la battuta col sorriso e avvisa Max: «E non mi ha sentito cantare. Scherzi a parte, è un grande amico e rimane tale. Lo ritengo una persona corretta e un grande allenatore. Lui è il primo della classe e accetto anche le battute».
A Montella, forse, sono fischiate le orecchie mentre l’avvicinamento a Juventus-Roma è all’insegna del bon-ton, mettendo da parte una rivalità storica piena di veleni. Allegri definisce il match di stasera «importante ma ancora non decisivo. Visto che poi giochiamo la Supercoppa e loro hanno il Chievo all’Olimpico, con la Roma dobbiamo fare risultato se vogliamo arrivare a Natale in testa. E il pareggio non mi sta bene». Al contrario di Spalletti, che vorrebbe «cantargliele» davvero alla Juventus e come primo obiettivo punta a «trasformare la partita di ritorno in una sfida importantissima: questa è fondamentale, quella all’Olimpico sarà definitiva. Non vuol dire che andiamo a Torino per puntare al pareggio, mettendoci tutti dietro: così perdiamo sicuro. Dobbiamo far valere la nostra forza mentre loro punteranno a chiudere subito il discorso perché hanno altre mire anche più importanti. Finita se perdiamo? Non si dice mai, quando entrambi torneremo a giocare ogni tre giorni ci sarà la possibilità di recuperare dei punti». Spalletti, poi, fa la formazione al rivale: «Mi aspetto che giochino con Higuain e Mandzukic, poi quando entra Dybala aggiunge le sue grandi giocate». Allegri mischia le carte e annuncia soltanto la presenza certa di Pjanic, il grande ex pronto a colpire. A sentire l’allenatore giallorosso, i suoi giocatori lo hanno già perdonato.
«Quando abbiamo giocato a Torino con i granata – racconta Spalletti – Miralem è venuto a trovarci in ritiro e ha mangiato con noi. Ogni tanto me lo passano al telefono. Avete fatto di tutto per farci litigare,ma quello che penso di lui gliel’ho dimostrato direttamente. Ho combattuto con tutti per farlo giocare davanti alla difesa con De Rossi, dandogli le chiavi della Roma dello scorso anno: continuerei a fare così se fosse ancora qui». Insomma, almeno prima di giocarla questa partita nessuno ha intenzione di alzare l’asticella della tensione. Neppure quando si parla di arbitri. «A noi tutti – assicura Luciano – ci basta Orsato e gli altri che sono stati mandati: tutti internazionali con grande esperienza e qualità. Ci vorrebbe la moviola? Va usata nella maniera giusta, ma è un supporto importante». Viste le polemiche sui primi esperimenti della Var c’è parecchio da lavorare, come sottolinea anche Allegri: «Non so come cambierebbe Juve-Roma. Ma una cosa è certa: la tecnologia deve essere usata solo su fatti e episodi oggettivi, non soggettivi». In una partita come quella di oggi, c’è da giurarci che tutto sarebbe comunque discusso. All’infinito.