25/01/2017 15:52
IL FATTO QUOTIDIANO (A. GIAMBARTOLOMEI) - C'è già un calendario di sei udienze per il processo "Alto Piemonte", il procedimento che, partendo dalle estorsioni e minacce commesse da alcuni presunti esponenti della'ndrangheta, ha rivelato la creazione di un gruppo di ultras della Juventus tra i quali figurano alcuni personaggi ritenuti legati alla cosca Pesce-Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria) che otteneva facilmente biglietti da rivendere a prezzi maggiorati per fare cassa. Si comincia il 23 marzo, a porte chiuse, nella maxi aula 2 del tribunale di Torino. Il gruppo ultras in questione si chiama "Gobbi", nota definizione dei tifosi bianconeri, ed è comparso alla curva Scirea dello Juventus Stadium nel 2013 per poi sparire. È stato creato da Rocco Dominello insieme al padre Saverio, rispettivamente fratello e padre di due uomini condannati (in primo e secondo grado) per associazione mafiosa. Erano interessati al bagarinaggio, un affare in cui il più giovane dei Dominello (accusato di associazione mafiosa e tentato omicidio) si era inserito dopo aver avvicinato alcuni uomini della società presieduta da Andrea Agnelli, il security manager Alessandro D'Angelo (amico fraterno del presidente) e il responsabile della biglietteria Stefano Merulla, grazie all'aiuto di Fabio Germani, ex ultrà fondatore del club "Italia Bianconera" ora accusato di concorso esterno. "Ho la percezione che abbia un'influenza abbastanza forte all'interno della curva", dice il 15 gennaio 2014 Merulla a Germani parlando di Dominello. Un'influenza di cui allo Juventus Stadium erano ben consapevoli: "Io voglio che voi state tranquilli e che noi siamo tranquilli e che viaggiamo insieme", diceva il security manager al capo dei Gobbi il 21 febbraio successivo. Dominello, però, era riuscito ad arrivare anche ai vertici della società: aveva avuto biglietti da Giuseppe Marotta e aveva potuto incontrare il presidente.