27/01/2017 14:56
LA STAMPA (G. BUCCHERI) - II calcio italiano sta per entrare in cabina elettorale, non senza incertezze o fibrillazioni. Il 6 marzo (oggi l'ufficializzazione del consiglio federale) si voterà per la poltrona della Figc, a fine febbraio per quella della Lega Calcio, e le due urne sono strettamente collegate. Partendo dall'alto, Carlo Tavecchio, numero uno della Federcalcio dall'agosto del 2014, è già in campo, e lo è da tempo. In queste ore, è l’opposizione a scaldare i muscoli per costruire una piattaforma numerica blindata e attraente. Attorno a quali delle componenti si starebbe formando il partito del ribaltone? La Lega Pro di Gravina è l'anima del movimento, una posizione contraria all'attuale governance mai nascosta, cosi come quella del sindacato dei calciatori guidato da Tommasi: Lega Pro (17 per cento) più Aic (20 per cento) rappresenterebbero l'approdo naturale per gli arbitri (2 per cento) e per la serie B (5 per cento), con gli allenatori di Ulivieri (10 per cento) mai decisivi come questa volta per sconfinare oltre il 50 per cento.
II voto degli allenatori - Ulivieri aspetta un programma e chi, dall'opposizione, potrebbe presentarglielo. I nomi raccontano di una candidatura dello stesso Gravina, ma, il presidente della Lega Pro, non ne farà una questione d'onore, anzi. Ecco, allora, farsi avanti l'idea Abodi, mercoledì atteso dal plebiscito nell'urna della sua lega: Abodi sogna la poltrona della serie A, ma, se capisse che il salto fra i grandi club è ostacolato, allora potrebbe sciogliere la riserva e pensare alla Figc. E le società del massimo campionato? La Lega di A (12 per cento) è impegnata a riscrivere lo statuto che darà vita ad una gestione manageriale del calcio e poco attenta ad altro. Una disattenzione che potrebbe essere anche foriera di un cambio di fronte, da Tavecchio al ribaltone. Per l'Uefa, intanto, è Michele Uva, dg della Figc, il favorito a rappresentare l'Italia.