09/01/2017 14:19
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Daniele De Rossi ha pensato agli «scarponi da lavoro» per fotografare la vittoria con il Genoa; Luciano Spalletti sfodera un «cazzutissima» per definirla al meglio. «La Roma ha messo in campo quei valori che in passato erano state mancanze, per questo devo fare i complimenti ai giocatori». Lucio mostra i muscoli e aggredisce la vita, anche in assenza di critiche. Dietro una vittoria del genere non ci sono ombre né vendette, deve esserci la gioia per il successo su un terreno complicatissimo, per la struttura dello stadio e per la nota aggressività dei rossoblù. «Vittoria fondamentale e preziosa, è stato dato un segnale importante: la squadra ha fatto una grande partita sotto l’aspetto della personalità, del carattere. I piccoli difetti del passato si sono trasformati in qualità», la pennellata di Lucio. Spalletti torna sulle parole di sabato, sui suoi umori e sul quel «andrei ad allenare la Juve e non solo, andrei ovunque» che ha fatto un po’ - e inevitabilmente - rumore.
L’ATTACCO ALLA CAPITALE «Non mi interessa ciò che interpreta la gente, so quello che dico e mi soffermo sul rapporto con i miei calciatori. Poi su una semplice domanda si creano i presupposti per fare casino...». Poi, una stoccata ai giornalisti della Capitale: «Dove sono quelli che vogliono mandare sempre all’aria tutto? Non ci sono? Gli è andata male pure stavolta...», ha detto polemicamente. E ancora: «Mi è stato chiesto se andrei alla Juve e io ho detto si, ma andrei anche al Crotone. Ce ne è solo una dove non allenerei ed è facile immaginare qual è, tutte le altre sì. Se un allenatore fa bene il suo lavoro resta, sennò va via, succede in tutte le aziende». Di reale non c’è che Spalletti andrà alla Juve, c’è solo che ha dichiarato che ci andrebbe. E poi che male c’è? Meglio uno sincero che chi ha fatto il contrario di ciò che aveva dichiarato. Dov’è il problema? Del resto, parlando del futuro, anche il dg Mauro Baldissoni ha fatto capire che non c’è bisogno di blindare nessuno, che Spalletti non è un problema e che non c’è alcun timore di perderlo. Tornando alla partita di Marassi. «Ora sarà fondamentale mantenere questo spirito e questo livello di attenzione, soprattutto la forza mentale che consente di vincere le partite “sporche”. La sofferenza nel finale? Sì, è vero, la partita andava chiusa prima, ci siamo abbassati un po’ troppo». La vera Roma si è vista nell’impatto iniziale. «La squadra è entrata in campo cazzutissima e ha saputo contrastare un Genoa che di solito mette sotto le squadre sulle seconde palle, sui rimbalzi, sui contrasti aerei».