Tor di Valle, stallo sullo stadio. La Regione incalza: “Raggi si decida”

13/01/2017 14:23

LA REPUBBLICA (M. FAVALE) - Nessun accenno al taglio delle tre torri disegnate da Daniel Libeskind, giusto qualche passo avanti sul nodo dei trasporti, col Comune che ora punterebbe più sul potenziamento della Roma-Lido anziché sulla biforcazione della metro B. Poco altro, con grande insofferenza da parte della società incaricata di costruire arena e palazzi, la Eurnova di Luca . Chi attendeva una proposta scritta da parte del Campidoglio, insomma, è rimasto deluso. Anche perché il prossimo appuntamento sarà il primo febbraio e quella scadenza segnerà la conclusione della conferenza dei servizi. Per quel giorno «servono atti formali dal Comune – dice l’ assessore all’ urbanistica della Regione, Michele Civita altrimenti non si potrà più andare avanti». Quel che serve è una delibera di giunta che recepisca le eventuali modifiche da votare in Assemblea capitolina entro il 31 gennaio, nel pieno dell’iter sul bilancio.

 

In Campidoglio fonti tecniche confermano che l’atto sarebbe pronto ma fermo a causa della diversità di vedute tra Virginia Raggi (intenzionata a dare il via libera con una riduzione delle cubature tra il 15 e il 20%) e Berdini. La posizione di quest’ultimo rappresenta anche quella di parte della base del M5S: ieri Paolo Sanvitto, coordinatore del tavolo urbanistica dei 5 Stelle romani ha consegnato all’ assessore una proposta di delibera per annullare quella approvata da Ignazio Marino che ha dato il via libera all’ iter per lo stadio. Per il Pd, Giulio Pelonzi chiede una convocazione straordinaria dell’Aula per discutere del caso-stadio. In questo contesto, mentre il tempo stringe, lo scenario più probabile, a questo punto, potrebbe essere la richiesta di sospensione della conferenza dei servizi da parte del Comune. Nell’ultima riunione del primo febbraio il Campidoglio potrebbe chiedere una pausa. Prendere tempo per ricucire gli strappi interni. Su tutto, pende la possibile causa di risarcimento della Roma contro il Comune nel caso in cui alla fine lo stadio dovesse essere bloccato.