07/02/2017 13:23
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Guarda un po' come è strano il destino: Roma e Fiorentina sanno giocare al calcio, producono spettacolo e propongono un gioco moderno, grazie ai rispettivi allenatori, Spalletti e Sousa, che si guardano, si studiano, si modellano (scopiazzano) a vicenda per migliorarsi. Tutto uguale, tranne la classifica ovviamente: la rosa giallorossa è più attrezzata di quella viola. C'è anche un altro aspetto in comune: il futuro incerto. Spalletti non ha firmato il rinnovo con la Roma e a giugno, in teoria, è libero; Sousa ha ancora due anni di contratto ma non è affatto escluso che l'anno prossimo scelga di allontanarsi da Firenze.
PAROLE E PAROLE - La scorsa estate, il tecnico portoghese era stato accostato alla Juventus, specie quando Allegri era finito nelle mire del Chelsea o di altre squadra della Premier. Quest'anno si riparla del post Allegri e si fa il nome di Spalletti. Sousa è stato giocatore della Juventus, ma ora si è macchiato con il colore viola che, si sa, è poco gradito a Torino (e i colori bianconeri lo sono a Firenze). La Juve, insomma, nemica storica di Roma e Fiorentina, rischia di ritrovarsi in panchina uno dei due rivali di questa sera. Pura teoria al momento, attendiamo e seguiamo gli sviluppi. Ciò che è certo è che parliamo di due allenatori bravi, molto stimati in giro e non solo dalla Juventus. «Se rispetterò il contratto? Io non ho bisogno di dire niente. Ho bisogno di essere preso da questo mestiere che amo molto, voglio dare il meglio di me per continuare a fare questo tipo di prestazioni. Il mio obiettivo è quello di migliorare tutti i nostri ragazzi e di cercare di trovare soluzioni quando subentrano i momenti difficili. Ho un contratto di altri due anni con la Fiorentina, con opzione per il terzo, ma sono concentrato di più su quello che voglio fare adesso che su ciò che farò al termine della stagione», così, qualche tempo fa, parlò del suo futuro Sousa. Un modo per lasciare tutto nel dubbio e per lasciare senza alcuna certezza una piazza esigente come quella di Firenze, che ha il vizio di affezionarsi alla squadra e chi, con quella squadra, sa proporre tante cose belle. Chi va via è traditore, questo è successo anche a Montella e a Roma è accaduto con Capello, che proprio alla Juve andò. «Il mio futuro dipende dai risultati», ha ribadito recentemente il tecnico della Fiorentina e anche qui, ha lasciato una prospettiva nebulosa. Un discorso, quello relativo ai risultati, che ha catturato da tempo anche Spalletti. I due uguali anche in questo aspetto. Lucio disse che «la penna per la firma è in mano ai calciatori». Come a dire che il suo futuro dipende, appunto, dai risultati. A Roma sono tutti soddisfatti di cosa sta facendo la Roma con il tecnico toscano in panchina. Lucio riscuote un enorme consenso popolare Ma di firma, non se ne parla. La società aspetta e spera che Spalletti resti, ma non ha intenzione di forzare la mano su decisioni altrui. «Rimane quello che ho detto in passato, ed è chiaro. Fino a fine del campionato si rimane così, i contratti bisogna meritarli con i risultati, non una settimana sì e l'altra no. Ognuno va a far valere le scadenze e le priorità che ha, non rispondo più su questa domanda», sono invece le parole di ieri di Spalletti, che continua a deviare il discorso.
BIANCONERI E NON SOLO - Lui, qualche tempo fa, ha detto che alla Juve andrebbe, così come andrebbe ovunque in quanto professionista. Solo la Lazio non allenerebbe. Stasera in palio i tre punti tra Roma e Fiorentina, punti che servono di più ai giallorossi che non ai viola, vista la classifica. Ma stasera si recita su un palcoscenico che non prevede solo la partita di calcio. Spalletti e Sousa lotteranno per chi è il più bello del reame. In finestra qualche dirigente molto interessato, non solo in Italia. Paulo e Lucio, due tecnici apprezzati che vogliono, sognano, pretendono progetti vincenti. Roma e Firenze sono in grado di accontentarli?