Come la Roma ha distrutto il Villarreal

19/02/2017 00:42

ULTIMOUOMO.COM - In questa stagione il Villarreal aveva subito più di due gol solo una volta, contro la Sociedad a gennaio. È la migliore difesa della Liga e uno dei migliori assetti difensivi d’Europa. Ieri sera, il vaso di ceramica di Escribà è stato distrutto dalla palla demolitrice di , che ha utilizzato tutte le armi a sua disposizione per mandare in mille pezzi quello che sembrava un bunker indistruttibile. Ne ho evidenziate quattro, con cui il tecnico della Roma ha trasformato le piccole crepe del sistema difensivo del Villarreal in fratture insanabili.

Il Villarreal non riusciva a togliere il pallone agli avversari in zone alte del campo, soprattutto perché la Roma lo faceva uscire quasi sempre pulito: o attraverso il rombo di costruzione ---, che mandava in inferiorità il pressing spagnolo; o attraverso i lanci lunghi per il petto di , che nei duelli aerei ha annichilito Musacchio.

In questo modo la Roma riusciva a risalire il campo organicamente, occupando quasi con tutti gli effettivi la metà campo avversaria.E qui iniziavano i problemi per il Villarreal. Di solito la squadra di Escribà, pur di difendere in modo compatto il centro concede spazio sugli esterni permettendo i cross dalle fasce. Ieri, però, la superiorità fisica della Roma era talmente netta che Escribà ha chiesto agli esterni di centrocampo di seguire Palmieri e Bruno .

La situazione per il Villarreal è diventata particolarmente drammatica sulla catena di sinistra, dove Castillejo è stato fatto a pezzi fisicamente e tecnicamente da Palmieri, e dove spesso persino saliva in impostazione sulla trequarti per cercare di sfruttare i movimenti asincroni tra il terzino sinistro della Roma e , che invece veniva incontro.

La situazione si è ovviamente palesata nel gol dell’1-0 che, al netto della grandissima giocata di Palmieri, nasce da una palla persa ingenuamente da Castillejo che stava proprio coprendo l’avanzata del terzino sinistro della Roma.

 

Per il Villarreal le brutte notizie non sono finite con l’ingresso di . Con il cambio tra Juan Jesus e la Roma acquisiva un’ulteriore possibilità offensiva. Al netto di valutazioni tecniche individuali, avere un difensore destrorso sul centrosinistra rallenta il gioco della Roma, con il centrale tedesco costretto sempre a spostarsi il pallone dal sinistro al destro, limitando le sue scelte tecniche in impostazione nell’ultima trequarti a filtranti verso l’esterno e cross dalla trequarti. Con Juan Jesus, mancino naturale, la Roma poteva invece servire finalmente delle palle dall’esterno all’interno. Il terzo gol è un manifesto di cosa significa: il centrale brasiliano avanza fino ad oltre il centrocampo e in prima battuta serve tra le linee che gli restituisce il pallone. Poi, di prima, è bravissimo a servire il movimento tra i due centrali avversari di .

L’anomalia

Non si può chiudere questa analisi se non parlando della tripletta di . L’attaccante bosniaco sta vivendo una stagione surreale, e non solo per l’abnorme mole di gol che ha già messo a segno in stagione (28 in 34 partite).

è di gran lunga il primo attaccante in Europa per Expected Goals fatti, sia in termini assoluti che pesati sui 90 minuti. Per dire, ne ha totalizzati in campionato quasi 20, mentre Lewandowski, secondo, supera appena i 13. Questa disponibilità offensiva enorme gli ha permesso di arrivare alle cifre che dicevamo prima, nonostante abbia ancora un’efficienza realizzativa piuttosto bassa (è attualmente 34esimo tra i quattro principali campionati europei). Una fetta della varietà offensiva della Roma si poggia sulle spalle della grande ricchezza tecnica di che, da solo, è un’incognita per le difese avversarie: è inattaccabile nel gioco aereo, ha una fisicità dominante, sa destreggiarsi nello stretto e ha un grande tempismo nei movimenti senza palla. A volte la migliore strategia per difenderlo e sperare che sbagli da solo.