Figc, Tavecchio: "Mi candido per completare le riforme: seconde squadre e impulso al calcio femminile"

17/02/2017 15:10

CORSERA - Carlo Tavecchio, presidente della Figc, annuncia la sua candidatura per un altro mandato a capo della Federcalcio e lo fa attraverso una lunga intervista al Corriere della Sera. «Impegni se sarò rieletto? Continuare il processo di riforme, ragionare sull’introduzione delle seconde squadre e dare impulso al calcio femminile - le sue parole - Siamo un Paese maschilista, ma bisogna capire che il problema si risolve a monte. La , prima nel campionato di serie A, ha recepito bene il nostro messaggio. Con 31 milioni di donne, non è possibile avere solo 20 mila tesserate».

Un giudizio anche sul suo primo mandato. «Due anni e mezzo produttivi. Stiamo lavorando tanto in Italia e a fianco dell’Europa. Siamo stati i primi grandi elettori di Ceferin, nuovo presidente dell’Uefa; siamo ben rappresentati con Andrea Agnelli all’Eca e con la Christillin alla Fifa dove abbiamo votato Infantino. Per il rappresentante all’Esecutivo Uefa abbiamo indicato Uva. Siamo in prima linea nella sperimentazione della Var, abbiamo chiesto la gara inaugurale dell’Europeo itinerante del 2020 e ottenuto l’organizzazione dell’Europeo Under 21 nel 2019. Tutti ora hanno scoperto il rating, noi ci lavoriamo dal 2015 con altri nomi. Vogliamo modernizzare il sistema e arrivare ad avere società sostenibili. Innovazione e formazione, il nostro slogan. La riforma delle rose è stato il primo passo. Dei centri federali sono particolarmente orgoglioso: lunedì diventeranno 20. Nel 2020 saranno 200. Questo significa che potremo lavorare su un bacino di 800mila Under 18 che avranno negli allenatori italiani una guida sicura. Volete dire che non ne tiriamo fuori 50 per la Nazionale?».

Sulla Nazionale, Tavecchio commenta la scelta di Ventura: «Aveva il curriculum migliore per lavorare con i giovani Non voglio neppure prendere in considerazione l’ipotesi che l’Italia non ci vada. Il c.t. sta facendo un grande lavoro». E sul suo rapporto con il presidente della Lazio Lotito, Tavecchio taglia corto: «Le battutine su Lotito? Divento una belva. Quello che ho fatto, l’ho fatto io insieme al Consiglio. Lotito non mi ha mai influenzato nelle delibere. E ricordo a tutti che lo ha eletto la Lega. Il suo ufficio in Federcalcio? Per la verità è di Beretta, che non lo sfrutta mai. Per il futuro si cambia: al quinto piano di via Allegri ci saranno soltanto il mio e quello del Uva».

«Temo una campagna elettorale violenta - prosegue -. Cercheranno qualsiasi cosa per mettermi in difficoltà, ma sono abituato. Spero che si parli di cose da fare. Pensiamo al calcio italiano e non alle questioni personali». Intanto Tavecchio incassa il "sì" di Andrea Agnelli: «Abbiamo imparato a conoscerci alle riunioni sulla mutualità ed è nato un rapporto. Ha detto che voterà per me e ne sono contento. La chiede i danni per Calciopoli? La Federcalcio era disponibile a trattare, loro però hanno deciso di andare avanti. In ogni caso decidere sulle azioni di rivalsa non spetta a me, ma al Consiglio Federale».

In conclusione, Tavecchio si esprime sulla mancata riforma del campionato di Serie A: «La Lega ci ha anche pensato, ma quelli della parte destra della classifica, più altri quattro club della parte sinistra, si sono opposti. Questa riforma non la voteranno mai. Cambiare è impossibile. Forse mi sono illuso. Però non ci siamo arresi. Abbiamo scelto una strada praticabile con una sorta di controllo di qualità, che andrà a regime fra tre anni. I conti dovranno essere in ordine, gli impianti a norma. Basta deroghe. Siamo il Paese delle deroghe: sulle luci, sui seggiolini, su tutto».