24/02/2017 14:19
IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI / M. EVANGELISTI) - L'antipasto è stato servito ieri sera, durante la partita con il Villareal, quando dal settore distinti sud si sono alzati cori contro Virginia Raggi e Beppe Grillo. Pallotta in queste ore è stato durissimo: ha parlato di «catastrofe» per il futuro della società, che significa vendita dei giocatori migliori. Ma è andato persino oltre con una minaccia neppure troppo velata al Campidoglio: «Non devono scherzare con il fuoco, basta stupidaggini. Sto lavorando per Roma e per l'Italia». Al termine della partita il tecnico Spalletti ha ipotizzato l'addio di Pallotta come conseguenza imminente del no al progetto di Tor di Valle: «È uno che viene a investire da un altro paese, a migliorarlo, a creare presupposti di crescita. Secondo me c'è anche da aspettarsi che prenda e che vada via. Poi ci si accorgerà dopo di quello che abbiamo perso». Parte da questi elementi messi in fila la preoccupazione per la manifestazione dei tifosi giallorossi di oggi. Il timore è che dopo il martedì nero della protesta di tassisti e ambulanti, Roma viva un'altra giornata in affanno, perché nella zona del Campidoglio e piazza Venezia andranno a manifestare i sostenitori della Roma e del progetto di stadio e grattacieli a Tor di Valle. C'è il pericolo di infiltrati provenienti dall'estrema destra. Le frasi di Grillo, sceso da Genova a sostenere e forse anche a indirizzare le scelte di Virginia Raggi, hanno alimentato il caos e il malcontento. Prima ha promesso un referendum, poi ha detto che lo stadio sarà «spostato», tra una sparata e l'altra però si è consolidata l'opinione che la delibera su Tor di Valle sarà affondata e da mercoledì c'è stata la controffensiva mediatica della Roma. Si sono moltiplicati i tweet con l'hashtag #famostostadio, su Facebook sono stati rilanciati i messaggi a favore del progetto. La radio ufficiale dell'As Roma ha dato molto spazio allo scenario «catastrofico», come lo ha definito Pallotta, che si andrebbe a concretizzare con il no al progetto. Altre radio non legate alla società hanno comunque preso le difese del progetto, raccogliendo gli umori della tifoseria e annunciando dirette dal Campidoglio dove oggi pomeriggio si svolgerà l'incontro decisivo tra i proponenti (Eurnova e As Roma e i rappresentanti del Campidoglio). Sintesi: il clima è quello della mobilitazione.
PIAZZE Il paradosso è che martedì la Raggi ha solidarizzato con chi manifestava fuori dalle regole (i tassisti) e oggi potrebbe trovarsi con un'analoga protesta sotto le finestre che la mette nel mirino. Per un Movimento nato al grido del vaffa ritrovarsi vittima di una contestazione popolare rischia di essere una esperienza inedita e dolorosa. Ma c'è sempre una prima volta. Ormai sotto il Campidoglio si susseguono manifestazioni di ogni tipo: alla fine della scorsa settimana un centinaio di supporter della Raggi ha allestito la coreografia un po' naif con cartelli Virginia non sei sola. Lunedì un gruppetto di attivisti del Movimento 5 Stelle che contesta il progetto di Tor di Valle e critico per i tentennamenti, ha provato a consegnare alla sindaca una copia della proposta di delibera in cui si annulla il sì allo stadio. Oggi, terza puntata, la manifestazione dei supporter giallorossi, che numericamente rischia di essere quella più significativa.