08/02/2017 16:01
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - I tanti discorsi per la rimozione delle barriere in curva, e le continue discussioni sulla fattibilità dello stadio a Tor di Valle, non distraggono la Roma. Che marcia come un treno, ingoiando con quattro bocconi la Fiorentina. Le firme? Di Edin Dzeko la doppietta che lo porta a diciassette reti in campionato, trasformandolo nel capocannoniere della serie A davanti a Mertens e Belotti. E poi Fazio e Nainggolan, i protagonisti del tabellino. Quanto basta per scavalcare il Napoli, riportandosi al secondo posto solitario in classifica alle spalle della Juventus. Dzeko scala a suon di gol (già 24 stagionali) i cuori dei romanisti, trascinando una squadra arrivata, con quella di ieri sera, alla quattordicesima vittoria consecutiva in casa (undici in campionato di questa stagione, più tre di quella passata).
«Non ho obiettivi, io penso a una partita alla volta — resta con i piedi per terra, a fine gara, Dzeko — è questo il modo giusto per andare avanti. La Scarpa d’oro? Vediamo, manca ancora tanto. Il risultato fa sembrare facile questa vittoria sulla Fiorentina, ma non è stato così: nel primo tempo abbiamo sofferto, e dopo il primo gol è stato tutto più facile. Bello vincere in casa e non era facile dopo Genova, meno male che abbiamo giocato subito contro una grande perché così abbiamo dato tutto». Le quattordici vittorie casalinghe sono una fila di perle preziose, alla cui lucidatura non è voluto mancare Salah. Appena il tempo di metter piede a Fiumicino, che il giocatore ha chiesto di poter partecipare alla gara con la Fiorentina. Lontani i tempi di Gervinho, che dopo la vittoria della coppa d’Africa si rese irreperibile per giorni. L’egiziano la coppa non l’ha vinta, ma la sua professionalità è il successo più grande per lo spogliatoio giallorosso. Fresca la delusione per la finale persa domenica sera contro il Camerun, Salah — a poche ore dal suo rientro — si è i seduto in panchina, accanto a uno Spalletti ben felice della dedizione dimostrata dall'attaccante.
D’altra parte la Roma avrà un bisogno pazzesco dell’egiziano, perché ad attenderla c’è ora un calendario asfissiante: saranno ben 9 le gare da disputare, in 35 giorni, tra campionato, sedicesimi d’Europa League contro il Villarreal e andata della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio. Roba da trattenere il fiato, anche se i tifosi dovranno ancora aspettare per la rimozione delle barriere in curva. Almeno per tutto questo intenso periodo. «E’ da un anno e mezzo che lavoriamo con le istituzioni per cercare di risolvere questo problema e tornare alla normalità e ci auguriamo che una soluzione arrivi presto» spiegava il ds Massara ieri sera. E sul futuro di Spalletti? «La Roma può aspettare anche fino a giugno».