21/02/2017 15:08
LA REPUBBLICA (G. VITALE) - A un nome è un cognome “l’angioletto” che ha scoccato la freccia e fatto innamorare Beppe Grillo del futuro stadio giallorosso a Tor di Valle: delle torri di Libeskind e dell’arena calcistica immersa nel verde, comprese tutte le migliorie green chieste e ottenute dal Campidoglio. Ma non si tratta né del costruttore Luca Parnasi, che pure del cupido avrebbe i begli occhioni, né del roccioso digì della Roma Mauro Baldissoni, che il comico genovese — checché se ne dica — non ha incontrato mai. Bensì di Luca Lanzalone, l’avvocato concittadino del garante del Movimento, che una decina di giorni fa gli avrebbe illustrato a domicilio il progetto del mega complesso sportivo e commerciale alla periferia sud della capitale. Un corposo dossier che il legale chiamato da Virginia Raggi su consiglio del collega livornese Filippo Nogarin avrebbe portato in cima alla collina di Sant’Ilario, dove Grillo risiede, per sottoporlo alla sua attenzione. E per cercare di fargli capire come mai, in riva al Tevere, i 29 consiglieri cinquestelle si stessero scannando, quali fossero le perplessità nutrite dalla sindaca, perché e su che cosa non si riuscisse a trovare un accordo per far partire un’opera a saldo zero per le casse comunali. Un incontro, forse il primo vero faccia a faccia fra il capo del Movimento e l’avvocato ligure, che aveva sempre negato di conoscere Grillo personalmente, per fare il punto sullo stato dell’arte, studiarne le possibili evoluzioni, tentare di individuare una soluzione per uscire dallo stallo di una trattativa rischiosa per i fragili equilibri della maggioranza capitolina. Tenutosi all’indomani della prima riunione del tavolo tecnico sul progetto, organizzato due giovedì fa a Firenze, dove Lanzalone si trovava per lavoro e i proponenti l’hanno raggiunto. A conferma del ruolo centrale svolto dal legale genovese nella partita romana. Non è allora un caso che ci fosse pure lui, ieri, al vertice con Grillo e Casaleggio in Campidoglio. Garante di un’operazione che non sembra più incontrare ostacoli tranne uno: i consiglieri di maggioranza. Con cui Lanzalone, però, non ha avuto mai nessun rapporto.