Roma all'ultimo stadio. Grillo boccia Tor di Valle

23/02/2017 13:25

LEGGO (A. SEVERINI) - Sullo è ormai in corso un vero braccio di ferro. Per provare a sciogliere il nodo, Beppe Grillo è piombato a Roma dove ha incontrato i consiglieri M5s in Campidoglio: «Nessuno dice di non fare lo stadio – ha dettato la linea il leader – ma la collocazione attualmente prevista è in una zona a rischio idrogeologico. Magari è meglio farlo in una zona non a rischio». L’ipotesi di realizzare il progetto in un’area diversa da , però, non piace al costruttore Luca che ha proposto il progetto in collaborazione con la società sportiva Roma. Ribadendo la «sicurezza dell’area dal punto di vista idrogeologico», esclude qualsivoglia «sito alternativo». E anche il presidente della Roma, tramite il profilo della società, prende una posizione netta, prefigurando conseguenze «catastrofiche per il futuro dell’AS Roma, del calcio italiano, della città di Roma e dei futuri investimenti in Italia» nel caso di bocciatura del progetto.

Le due alternative rimangono o continuare a cercare un accordo con i proponenti per ridurre le cubature del progetto o stopparlo in via definitiva, proponendo al massimo di realizzarlo in altra zona. In entrambi i casi c’è il rischio di una valanga di cause e ricorsi, col timore del Campidoglio di essere condannato a risarcimenti milionari. La sindaca Virginia Raggi dunque sta meditando attentamente la scelta da fare anche se il tempo è poco: il 3 marzo è fissata la conferenza dei servizi. Se il Comune si presentasse senza una posizione definita i proponenti potrebbero richiedere l’intervento del Governo per «commissariare» il tutto.