09/02/2017 14:59
LA REPUBBLICA (M. RUBINO) «Siamo l’unico Paese in Europa in cui i grandi club di calcio non hanno stadi di proprietà, fatta eccezione per la Juventus. È giunta l’ ora che anche la Roma abbia il suo». Sebino Nela, terzino giallorosso della squadra campione d’Italia nell’83, oggi è coordinatore dell’ufficio relazioni con i tifosi, il cosiddetto Slo (Supporter liaison officer). E si dice «straordinariamente favorevole » alla costruzione del nuovo Colosseo.
L’Olimpico non va più bene solo perché è del Coni?
«No anche perché ha una struttura di vecchia concezione: oggi gli stadi non si progettano più con la pista di atletica intorno, perché così la partita non si vede bene. Uno dei primi esempi di stadi moderni più piccoli ma più funzionali per gli spettatori è l’Amsterdam Arena, aperta nel 1996».
L’area di Tor di Valle secondo lei è quella giusta?
«La zona non è il requisito fondamentale di uno stadio, in ogni caso scontenti i cittadini di un quartiere piuttosto che un altro, a meno che non realizzi dodici strutture come ha fatto Londra».
Basta che si possa raggiungere.
«Dei collegamenti si occuperà chi di dovere. Sono fiducioso».
C’è aspettativa da parte dei tifosi?
«Sono tutti contenti di avere uno stadio nuovo che potrà portare indubbi vantaggi alla società».