Spalletti: «Roma avanti senza paura»

04/03/2017 14:40

IL TEMPO (A. AUSTINI) - La delusione post derby non è ancora svanita, ma la routine del calendario obbliga ad affrontare discorsi differenti. Non potrebbe essere altrimenti alla vigilia della sfida con il all’Olimpico, non sarebbe conveniente in funzione del lavoro mentale svolto finora dal tecnico all’interno dello spogliatoio. Per questo nella sala stampa di Trigoria, l’allenatore toscano invita la squadra a ripartire senza paura e con la fiducia necessaria a combattere anche le fatiche fisiche registrate inevitabilmente in quest’ultimo periodo. Partendo inevitabilmente proprio dai postumi della sconfitta subita nella prima stracittadina di Coppa: «Da quando faccio l’allenatore ho perso circa 200 partite, ho preso 700-800 gol – spiega – da quando siamo sono qui abbiamo giocato circa 60 partite, ne abbiamo perse 11-12, abbiamo preso tanti gol. In queste 60 partite però ci sono 27 gare dove abbiamo fatto almeno 3 gol, per cui rimontare non sarà facile, ma sicuramente non impossibile. La Lazio ora ha il 70% di andare in finale e noi il 30, loro hanno festeggiato e noi no. Fa parte dei giochi».

Il consueto messaggio di dover pensare però un passo alla volta, obbliga il tecnico a spingere sull’acceleratore delle motivazioni, il modo migliore per lasciare inalterato il livello di concentrazione a poche ore dal confronto decisivo per il secondo posto con il suo amico Sarri: «Questa sarà una partita da giocare ad armi pari contro un avversario che verrà a giocarla con le stesse nostre intenzioni». Elogi meritati e sinceri che descrivono la realtà della classifica: «Mi sembra corretto affermare che anche il è una squadra matura. Poi è vero che le partite sono ravvicinate e che portano vie energie, però noi non siamo stanchi, per cui dobbiamo andare a giocare la partita con le loro stesse possibilità anche se hanno riposato un giorno di più. Non si vuole fare compassione a nessuno, non ci garba farlo».

Lo stop in Coppa Italia d’altronde è uno dei passi falsi che non pensava di dover nuovamente affrontare dopo la crescita registrata negli ultimi tempi, tanto che l’asticella dell’ossessione alla vittoria continua a rimanere rivolta verso l’alto: «Il confronto è sempre con la , che sta facendo un percorso miracoloso perché è la più forte di tutti. La parola paura poi mi dà proprio fastidio, mi stimola sempre un confronto. Non molliamo niente». Il tabù legato al suo rinnovo viene soltanto sfiorato nel parallelo con Luis Enrique, che ha già comunicato al la volontà di andare via a fine stagione: «Se accadesse a me penso che sarebbe giusto dirlo alla società, se loro mi chiamano io do una risposta alla società». Situazione sicuramente diversa a quella romanista, che da tempo ha preparato la proposta contrattuale per il rinnovo del tecnico.

Un discorso a parte viene dedicato alla questione , bersagliato giovedì all’Olimpico da continui ululati di stampo razzista sollevati da una piccola parte della tifoseria biancoceleste. si scaglia più che altro sulla mancata applicazione del Giudice Sportivo nel punire l’accaduto: «Non vedo nessun significato educativo in queste prese di posizioni – prosegue il tecnico – bisogna essere decisi e attaccare chiunque evidenzi questo problema perché è un problema delle persone in generale. Io avevo un caro amico non vedente. I razzisti meriterebbero di vivere un po’ come lui, avrebbero la possibilità di considerare le persone per come sono fatte interiormente, che cuore hanno, anziché andarli a valutare per il colore della pelle».