Stadio, il progetto non c'è. Tensione Comune-privati

17/03/2017 12:17

IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - «Il progetto è in ritardo. Slitta tutto alla prossima settimana». La notizia circolava già da ieri mattina nei corridoi di Palazzo Senatorio. Ed è rimbalzata fino a Milano, nello studio di Luca Lanzalone, l'avvocato incaricato dalla sindaca Virginia Raggi di seguire la trattativa sul progetto . E non è un caso se proprio Lanzalone, oggi, non salirà sul treno per partecipare al vertice con . Il manager di Boston, salvo ripensamenti, stamattina stringerà la mano alla sindaca. «Ma non si porterà la sacca da baseball», commentavano ieri nello staff della prima cittadina. Come a dire: sarà una «visita di cortesia», senza documenti. Senza, soprattutto, i nuovi rendering che in Comune ormai aspettano dal 24 febbraio scorso, quando è stato raggiunto (a voce) l'accordo sul dimezzamento delle cubature per l'«Ecomostro» di negozi e uffici.

LA FEBBRE DI - L'ennesimo rinvio ha indispettito non poco la Raggi e il suo staff. Tanto che ieri ambienti del M5S romano ventilavano perfino l'ipotesi di una cancellazione del vertice con . Della serie: «Di che cosa dobbiamo parlare, senza un progetto?». Alla fine il faccia a faccia dovrebbe esserci, per evitare una rupture plateale. Con la promessa che i privati consegnino il progetto preliminare lunedì prossimo. Anche se ieri, dalla Roma, facevano sapere: « ha la febbre». Un'indisposizione che ha tenuto il presidente giallorosso lontano dagli spalti dell'Olimpico, dove si giocava il match di ritorno con il Lione. E che, si vedrà, potrebbe ufficialmente giustificare anche una sua assenza in Campidoglio.

IL NODO DEI PARERI - Una cosa è certa: i tempi, ormai, sono strettissimi. La conferenza dei servizi convocata dalla Regione scade tra meno di venti giorni, il 5 aprile. Ma la prima dead-line, per il Campidoglio, è il 30 marzo. Entro quella data infatti l'amministrazione comunale dovrebbe produrre un atto per confermare la pubblica utilità dell'opera e i cambiamenti pattuiti con i privati. Per stendere la delibera che modificherà il provvedimento varato da Marino nel 2014 sono necessari i nuovi rendering. «Li chiediamo ai proponenti da tre settimane», lamentano in Comune. Il fatto è che senza il progetto preliminare, non possono essere calcolati gli oneri per i privati e quindi la revisione delle opere pubbliche. In sostanza, non può essere portata in giunta la nuova delibera.
Anche se gli elaborati arrivassero lunedì, alla scadenza del 30 marzo mancherebbero appena 10 giorni. «Sette giorni lavorativi», fanno notare nello staff della sindaca. Pochi, forse, per riuscire ad esaurire l'iter di approvazione di una delibera, considerato che prima del voto devono essere acquisiti una serie di pareri tecnici dai vari uffici amministrativi. Ecco perché sta prendendo corpo l'ipotesi, sia in Comune che in Regione, che la conferenza dei servizi attualmente in corso (partita dalla delibera di Marino) possa concludersi negativamente e che l'iter debba ripartire da capo, possibilmente con tempi più brevi.

LE OPERE PUBBLICHE - È un nodo che dovrebbe essere affrontato oggi nel vertice tra Raggi e , che nel pomeriggio potrebbe incontrare anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Un altro vertice, invece, ieri è stato disertato proprio dalla sindaca. Attesa in Commissione Urbanistica alla Pisana, la Raggi non si è presentata. Scatenando l'ira del Pd, che in Regione è maggioranza. «Le istituzioni per il M5S non valgono nulla», attacca il capogruppo dem Massimiliano Valeriani. Parla di uno «sgarbo istituzionale» anche il forzista Adriano Palozzi. Presente invece l'assessore regionale all'Urbanistica, Michele Civita, il quale ha spiegato che «se il progetto cambierà si dovrà valutare se la variante sarà sostanziale o se, in caso contrario, si può procedere con una rapida valutazione del progetto attuale». Nel primo caso, infatti, l'assessore ha precisato che «andrebbe chiusa la procedura di valutazione attuale per aprirne una nuova». Civita ha ribadito che per la Regione «l'intervento in quel quadrante in termini di opere pubbliche rimane un aspetto fondamentale».