22/03/2017 12:56
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - A tre mesi da una (possibile) chiusura con il calcio giocato, Francesco Totti lascia socchiusa la porta, permettendo di sbirciarvi oltre solo un pochino. Perché quell’oltre è un passaggio doloroso, che sta cercando di metabolizzare con la sua famiglia, pronta a sostenerlo qualsiasi sia la conclusione di tanto ragionare. Dopo un lungo periodo di silenzio, il numero dieci romanista, ha deciso di condividere i tormenti legati alla decisione più difficile della sua vita. «Cosa farò tra un anno? Potrei essere nella dirigenza della Roma, oppure ancora sui campi a giocare. Ma potrei pure decidere di fare il procuratore e cercare nuovi campioni, visto che un po’ di esperienza nel calcio ce l’ho». Il palcoscenico scelto per dare forma a pensieri fino a questo momento protetti all’interno di una ristrettissima cerchia di persone, è quello di Maurizio Costanzo, padrone di casa del talk show che circa quattordici anni fa aiutò il giocatore a trasformare in beneficenza prese in giro e luoghi comuni sulla sua presunta ignoranza. Un libro – raccolta delle barzellette a lui dedicate – il cui ricavato fu devoluto agli anziani della capitale – ha rappresentato una chiave di svolta mediatica per il personaggio “Totti”.
Quindi, conoscendo bene il ragazzo, e i rapporti complicati con Spalletti, il conduttore televisivo ha stuzzicato molto Francesco, puntando sul fatto che non sia trattato benissimo dal tecnico e che meriterebbe di giocare un altro anno. L’attaccante ha fatto spallucce, non replicando e scherzando fuori onda col giornalista («A Maurì, guarda che te querela »). Durante la registrazione - l’intervista completa andrà in onda domani in seconda serata su Canale 5 - ha anzi cercato di ammorbidire i rapporti con l’attuale mister giallorosso. «Terrei Spalletti allenatore – il contropiede di Totti – è il futuro della Roma». E quando Costanzo gli ha detto «il mister ha detto che firma solo se firmi tu», si è lasciato sfuggire «Ma se poi non mi fa giocà… ». I dubbi su un’ulteriore stagione da calciatore sono legati anche allo scarso minutaggio accumulato in questa stagione, e ai rapporti con Pallotta (ieri a colloquio con il Ministro Lotti per lo stadio). Il presidente americano non ha avuto colloqui con il giocatore e, su precisa domanda, ha solo risposto «ha già sei anni firmati da dirigente».
Ma i tormenti legati alle decisioni da prendere per il futuro, si addolciscono quando Francesco guarda al passato, colorato da sempre di giallorosso. «Il gol che ho nel cuore? Quello dello scudetto, contro il Parma. Invece il mio rimpianto più grande è non aver vinto la Champions con la Roma». Si emoziona quando gli vengono mostrate le immagini dei suoi tre figli (due bambine e un maschio che gioca nelle giovanili della Roma). «Con Ilary stiamo pensando al quarto figlio, ce lo ha chiesto Cristian, vorrebbe un altro maschietto in famiglia. Un programma in tv con lei? Ce lo hanno proposto tante volte, ma se per lei è pane quotidiano, per me sarebbe una cosa nuova». E di cose nuove, d’altra parte, dovrà presto imparare ad occuparsi.