Derby di Roma senza barriere in curva, "prova di maturità" per il tifo

03/04/2017 23:50

REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Un derby così non si vedeva da 810 giorni. Tanto è passato dal 2-2 del 2015, nella storia per la doppietta di condita dall'esultanza-selfie sotto la . Ma che ricordavamo anche come l'ultima sfida romana capace di portare più di 50mila spettatori allo stadio Olimpico (51.252 per la precisione). La semifinale di coppa Italia tornerà a concedere una cornice analoga, dopo anni di gare scandite dal vuoto della protesta ultrà: spettacoli desolanti, spalti deserti, partite giocate in una sorta di acquario. Addio a tutto ciò: martedì all'Olimpico tornerà il derby, quello vero.

COREOGRAFIE, TIFO E 50MILA SPETTATORI - In notturna e senza barriere: impossibile un anno fa, quando le divisioni in curva erano un dogma intoccabile, al pari del "no" istituzionale alle sfide capitoline giocate col favore delle tenebre. Ora è tutto diverso: torneranno le coreografie e gli striscioni la gente ha di nuovo voglia di vivere il derby. Venticinquemila romanisti hanno già staccato un biglietto, alle 20.45 di martedì allo stadio saranno almeno il doppio: l'obiettivo delle cinquantamila presenze è più che realistico, stavolta. Merito della rimozione delle barriere nelle due curve, una sorta di vittoria del tifo organizzato, in particolare di quello romanista che dall'inizio della stagione 2015-16 aveva iniziato a disertare il settore senza mai cedere alla tentazione di rientrare. Martedì, al posto delle famigerate barriere che avevano spaccato in due le curve - disposte con la circolare del giugno 2014 e introdotte a settembre dell'anno dopo - compariranno soltanto due file di steward che impediranno ai gruppi di passare da una parte al'altra e di sostare sulle scale di sicurezza (è prevista una multa salatissima) riverniciate di grigio dopo la rimozione delle vetrate divisorie.

COLLABORAZIONE E RISCHI - La scelta è stata applaudita dalla romanista con un comunicato trionfalistico, ma anche con alcuni striscioni apparsi in città a sostegno del ministro dello sport Luca Lotti, la vera mente dell'operazione rimozione: fu lui, sensibilizzato sul tema anche dall'amico , a avviare le discussioni che hanno portato al risultato. Un risultato non necessariamente permanente, però. Qualche complottista parla di trappolone. Altri, più equilibrati, invitano semplicemente a non prestare il fianco a passi indietro. La questione è semplice: per le istituzioni, togliere le barriere rappresenta una mano tesa ai tifosi, ma anche "una prova di maturità". Le prescrizioni sono chiarissime: niente fumogeni, niente bengala, niente striscioni offensivi, niente minacce alle squadre in caso di sconfitta. Soprattutto: niente incidenti. Né dentro né fuori dallo stadio. Le intelligence della polizia sono al lavoro da giorni per evitare che la festa si trasformi in una bocciatura delle novità (re)introdotte. E alla vigilia non si avverte un clima infiammato, ma di collaborazione come dimostrano le richieste di autorizzazione per coreografie e striscioni arrivate da entrambe le tifoserie. L'attenzione resta alta, perché se un derby in notturna e senza barriere si chiudesse con riscontri simili a un bollettino di guerra, la sconfitta stavolta sarebbe di tutti.

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