Le relazioni pericolose del giovane Agnelli

03/04/2017 16:23

IL FATTO QUOTIDIANO (A. GIAMBARTOLOMEI) - "Il problema è che questo uccide", dice Andrea Agnelli. "Si - precisa il security manager della Alessandro D'Angelo -, ha mandato a uccidere". "Questo voglio dire", aggiunge il presidente. "Quello, il concetto è quello. Questa è gente...", conclude D'Angelo. È il 18 marzo 2014 e dopo un incontro tra i vertici del club con alcuni capi ultras i due parlano del leader dei Viking, Loris Grancini. È una delle intercettazioni che per il procuratore federale Giuseppe Pecoraro dimostra i contatti tra Agnelli e gli ultras: "Non si sottrae a tali colloqui, nonostante sia consapevole dello spessore criminale di certi interlocutori", scrive l'ex . Un'altra conversazione, registrata dopo gli arresti dell'operazione "Alto Piemonte"e dopo gli interrogatori di D'Angelo, conferma l'incontro tra Agnelli e un ultrà indagato per mafia svelato ai pm da quest'ultimo: "Ci può stare", afferma al termine di uno sforzo mnemonico per ricordare l'episodio. Intorno a questi episodi - e altri ancora - sono sorte polemiche sportive e anche politiche. Proviamo a mettere in ordine fatti e date.

1 LUGLIO 2016 Diciotto misure cautelari vengono eseguite per conto della Dda nel corso dell'inchiesta "Alto Piemonte". In carcere finiscono anche Saverio Dominello e suo figlio Rocco, indagati per associazione mafiosa e tentato omicidio aggravato. Nel corso dell'indagine emerge il loro interesse nell'attività di bagarinaggio dei biglietti della . Il giovane Dominello, ultrà dei Drughi e poi dei Gobbi, era stato introdotto al club da Fabio Germani (arrestato per concorso esterno), ex ultrà che vanta ottimi agganci con alcuni dirigenti bianconeri: il security manager D'Angelo e il responsabile della biglietteria Stefano Me-rulla, non indagati. Dalle intercettazioni emergono concessioni ai tifosi per evitare disordini.1120 febbraio 2014 D'Angelo dice a Dominello: "Io voglio che voi state tranquilli e che noi siamo tranquilli e che viaggiamo insieme. Allora se il compromesso è questo a me va bene. Se gli accordi saltano... allora ognuno faccia la propria strada". Per il gup "il dirigente si lasciava scappare chiaramente come il bagarinaggio ufficioso tollerato da alcuni dirigenti della società venisse permesso in cambio della tranquillità tra tifosi e società".

6 LUGLIO 2016 I pm ascoltano come testimone Raffaello "Ciccio" Bucci, ex ultrà dei Drughi, il gruppo più numeroso guidato da Dino Moccio-la. Dalla stagione 2015/16 Bucci lavora per conto della come uomo di raccordo tra i tifosi della , le forze dell'ordine e il club. Dopo la testimonianza l'uomo, che prima dell'incarico aveva avuto alcuni screzi con Mocciola, è inquieto.il 7 luglio, all'altezza di Fossano (Cuneo), ferma la sua auto su un cavalcavia dell'autostrada e si butta nel vuoto.

23 LUGLIO 2016 Agnelli invia alla procura una memoria: "Nessun dipendente ha mai nutrito il benché minimo sospetto anche solo di collusioni con associazioni criminali". Nega l'elargizione di ingressi gratuiti ai tifosi, ribadisce l'impegno per il mantenimento dell'ordine pubblico e denuncia la "silente pressione" degli ultrà.

2 AGOSTO 2016 L'allora procuratore della Figc Stefano Palazzi apre un fascicolo. A novembre la procura di Torino chiude le indagini e invia gli atti alla procura federale.

16 DICEMBRE 2016 Dopo le audizioni di alcuni dirigenti della , da Roma parte la comunicazione in cui vengono evidenziate le presunte violazioni del codice sportivo imputate al presidente Agnelli, all'ex direttore commerciale Francesco Calvo, al security manager D'Angelo e al responsabile della biglietteria Stefano Merulla. Tutti avrebbero avuto rapporti con i gruppi ultrà,garantendo loro sostegno e vendendo biglietti in modo illecito. Non solo: Agnelli e D'Angelo avrebbero permesso ad alcuni ultrà di portare fumogeni e striscioni proibiti sugli spalti. Ai due - infine - sono contestati anche incontri "con esponenti della malavita organizzata". Il riferimento è a un incontro tra Agnelli e Rocco Dominello, raccontato da quest'ultimo, e da Fabio Germani (ai magistrati torinesi, ma anche di quello con Loris Grancini, capo dei Viking sospettato di legami con la criminalità.

26 GENNAIO 2017 Dopo gli articoli de il Fatto Quotidiano sulle contestazioni della procura federale, la Commissione parlamentare antimafia annuncia di voler occuparsi del caso .

7 FEBBRAIO 2017 I pm della Dda di Torino vengono ascoltati dalla Commissione a porte chiuse. "Secondo la Procura di Torino la non è parte lesa ma neanche concorre nel reato", afferma il deputato Marco Di Lello. Il vicepresidente della commissione, Claudio Fava, vuole che venga ascoltato il presidente Agnelli.

7 MARZO 2017 Pecoraro rende noti alla Commissione gli interventi della procura federale in tema di mafie, tra cui il caso , ma dopo pochi minuti di intervento ottiene la segretazione.

15 MARZO 2017 L'avvocato della , Luigi Chiappero, interviene in commissione. "Ammettiamo quanto ci viene contestato sulla gestione della vendita dei posti assegnati", afferma. Tuttavia nega l'incontro con Dominello: "Non c'è una intercettazione che riguardi il presidente della , mai un riferimento a un incontro". Inoltre "la Digos non ha mai segnalato la presenza di uno 'ndranghetista alla procura in questi anni. Doveva accorgersene D'Angelo?". La presidente Rosy Bindi appunta: "Ci preoccupa che voi neghiate il fenomeno, che esiste".

18 MARZO 2017 La viene deferita della procura federale. Agnelli tenta di allontanare i sospetti di contatti tra lui e gli "esponenti della malavita organizzata": "E inaccettabile, frutto di una lettura parziale e preconcetta nei confronti della e non rispondente a logiche di giustizia". Agnelli ripete di "non avere mai incontrato boss mafiosi. Se alcuni di questi personaggi hanno oggi assunto una veste diversa agli occhi della giustizia penale, questo è un aspetto che all'epoca dei fatti non era noto, né a me, né a nessuno dei dipendenti della ". Afferma che non si dimetterà e rimarrà ancora a lungo. Poche ore dopo incassa la "totale fiducia" di suo cugino John Elkann, proprietario della squadra.

23 MARZO A Torino cominciano le udienze preliminare per 23 persone indagate dalla Dda. Alla seconda udienza Saverio Dominello si dissocia dalla 'ndrangheta per proteggere la famiglia. Sostiene che i figli, tra cui Rocco, nulla sapevano della sua affiliazione. Inoltre - continua - Rocco non aveva biglietti dalla perché figlio di uno 'ndranghetista, ma perché responsabile di un club di tifosi.