23/04/2017 14:02
LA REPUBBLICA (M. AZZI/M. PINCI) - Per De Laurentiis il secondo posto in Italia vale come una vittoria: colpa della Juventus, si capisce. Ma lo “scudettino” di consolazione non basta più nemmeno a lui: «L’obiettivo è vincere anche il super-scudetto ». L’inseguimento, quello del Napoli e non solo, riparte allora dalle certezze: la firma fino al 2022 di Insigne diventa uno show da diretta tv, il prossimo passo è un film sulla sua vita (sta già scrivendo una biografia). Intanto ha firmato in favore di camera per 4,5 milioni all’anno dimenticando le polemiche coi tifosi e ha annunciato che «era il mio sogno fin da bambino: ora va coronato con un trofeo importante ». Pure lui insomma interroga lo scudetto delle sue brame, la più bella del reame però è sempre la stessa. E quant’è difficile starle dietro.
Meglio coprirsi e salvare il salvabile: una “operazione Insigne” l’ha messa in cantiere la Roma con De Rossi, libero dal prossimo 30 giugno. Lui insiste per avere due anni ad almeno 2,5 milioni netti, mentre Pallotta non va oltre i 12 mesi a cifre più basse, confidando nell’intento comune di arrivare a dama: discorso analogo per Strootman, scadenza 2018, a cui sono stati offerti 2,5 milioni sentendosi rispondere: “Perché non facciamo 4?”. Nonostante la fiducia, Milan (per De Rossi) e Inter sono in agguato. Ma le milanesi devono guardare pure in casa propria. L’ad milanista Fassone ad esempio sta già facendo i conti con la questione Donnarumma, pure lui vincolato fino al 30 giugno 2018. L’ad s’è impegnato a chiudere in fretta, l’agente Raiola chiede 4 milioni, il Milan dovrà accontentarlo. Anche se un ruolo chiave finiranno per averlo i genitori, che qualche promessa dalla Juventus, prontissima ad allungare le mani sul portiere, l’hanno già ricevuta. La società dovrà sedersi pure con Suso, che chiede un adeguamento nonostante il contratto a lunga conservazione (2019): ballano tra i 2,5 e i 3 milioni a stagione. Sarà sacrificato invece De Sciglio, lui sì diretto alla Juventus. A proposito di sacrifici all’Inter c’è la fila. Blindato il ds Ausilio fino al 2020, presto potrebbe affiancargli un altro pilastro riportando a casa Oriali. Per i rinnovi, si parlerà con Miranda e Medel, mentre nel destino di Perisic ci sono i saluti. Smania per un adeguamento, ma i nerazzurri pensano di sacrificarlo (magari per far posto a Bernardeschi), come Brozovic e Banega.
Discorso identico a quello di Nainggolan e Manolas: i due romanisti rivendicano promesse economiche mai mantenute, hanno estimatori ricchissimi e il club ha dimostrato di saper cogliere offerte importanti. Pure il Napoli non fa mistero di avere idee analoghe. Su Mertens ad esempio, che si libera tra 12 mesi: «Mi auguro che sua moglie si renda conto che si può vivere bene qui», dice De Laurentiis annunciando quasi l’exit strategy in caso di rottura. In realtà a spingerlo lontano più della moglie (se ne è andata da settimane) è lo United, pronto a offrire 4,5 milioni a lui e 30 al club. Davanti a certe offerte, che sia il Napoli o la Roma, l’Inter o il Milan, esiste una sola via. Lo sa anche Sarri: «Lo scudetto possiamo sognarlo, non programmarlo», dice. L’opposto del presidente, che stuzzica pure sul contratto («A livello teorico può essere il mio ultimo anno qui»), sentendosi rispondere per le rime: «Io i contratti li so fare...». Insigne lo sa e ringrazia.