15/04/2017 13:50
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - L'ambiente romano si è trasferito a Bergamo, dove Gian Piero Gasperini ha pensato bene di disertare la conferenza stampa pre Roma-Atalanta per la presenza di un giornalista sgradito (la sera è arrivata anche l'ammonizione dell'Ussi Lombardia, così come successo a Spalletti dopo alcune sue uscite del passato contro la stampa). Sarebbe stato interessante ascoltare un allenatore che nella Capitale viene a giocarsi una fetta di Europa e soprattutto viene a fare (è il suo - legittimo - intento) bella figura davanti a un club che ha pensato anche a lui per il post Spalletti. Qui invece Lucio le conferenze non le diserta, continua a parlare ma devia con regolarità il discorso sul futuro e stavolta, dice, «il contratto importante da rinnovare è quello di De Rossi. Il mio non è nell'uovo di Pasqua, ne possiamo aprire quanti ne volete, ma non ci sarà». Lo scorso anno, sul contratto di Totti, inizialmente il tecnico tendeva a glissare («è un problema della società») per poi arrivare alla provocazione («se non firma Totti, io me ne vado»). Queste parole su De Rossi come le dobbiamo prendere?
CIOCCOLATO AMARO Comunque, il rinnovo di Spalletti non ci sarà nell'uovo né per la Liberazione, né per la festa dei Lavoratori, tanto meno a Ferragosto, quando si fanno i gavettoni e si mangia il pollo con i peperoni e già saranno terminati il ritiro di Pinzolo (per il terzo anno consecutivo dal 7 al 14 luglio) e la torunée americana. Ciò che rimane da inseguire è l'obiettivo: sono rimasti il secondo posto e, per la matematica, anche lo scudetto, perché no? In caso di titolo, forse, Lucio ci ripenserebbe, perché a quel punto restare a Roma diventerebbe anche un valore morale e quell'uovo tornerà ad avere la sua legittima sorpresa. Per adesso non se ne parla.
LA COPPIA DEL GOL L'Atalanta, avversaria di oggi, è bella e tosta e vuole trasformarsi lei in sorpresina, magari dell'uovo di cui sopra. Perché la squadra di Gasperini, nonostante le assenze di Spinazzola, Gomez, Zukanovic e Dramè, ha la spensieratezza e una struttura di squadra per poter creare problemi ai giallorossi. La Roma non può fallire le partite sulla carta più facili, oltre a quella con l'Atalanta ha il Pescara, il Chievo e il Genoa, per poi alzare il livello con Lazio, Milan e Juventus. Sarà importante capire come sta la Roma e come starà da qui a una decina di giorni. Perché le partite infrasettimanali sono finite e la possibilità che salga la condizione fisica, c'è. La Roma di Bologna, seppur vincente, con il primo caldo addosso è apparsa inizialmente un po' appannata, specie nei suoi giocatori migliori. Oggi serve una prestazione più continua, più fresca, con meno pause, anche se il caldo sarà a grandi linee lo stesso. Ma sul meteo non abbiamo certezze. Le certezze di Spalletti sono i gol di Dzeko e Salah, trentaquattro in due, ma anche le non perfette condizioni fisiche di De Rossi, che ieri è tornato ad allenarsi in gruppo ma sulla sua presenza dal primo minuto non ci sono, appunto, certezze. Vedremo, in caso alternativo, c'è Paredes.
OBIETTIVO DOPPIO Ma la certezza che move il sole e l'altre stelle è quella di poter agganciare la Juventus: provarci, sempre e comunque. Spalletti un po' ci crede. Del resto, non costa nulla. «La Juve si è preparata la strada su tutto, ha evidenziato una traccia da percorrere all'inizio e la sta portando avanti nel migliore dei modi. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, così anche il Napoli. Nel confronto diretto ha avuto la meglio ma abbiamo fatto vedere che c'è un modo per provare a stare a ruota a questo battistrada. Non dà sensazioni di flessione, non sappiamo se arriverà in fondo in Champions e se questo potrà crearle problemi in campionato. Ci sono le motivazioni, il numero dei giocatori che sentendosi in due competizioni alimenta la possibilità di essere utilizzati, mentre se poi hai meno partite qualcuno può essere più scontento sentendosi più riserva. E' un discorso che si può valutare solo strada facendo, non possiamo dire cosa sarà nel futuro andando avanti in entrambe le competizioni. Noi ci proveremo, fin quando la matematica ce lo consentirà». Certezze.