13/05/2017 14:29
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Follie romaniste. Tra due giorni si gioca la partita che può decidere una stagione, salvare almeno quel che resta della faccia ed evitare l’ennesima beffa dopo aver «steccato» tutti gli obiettivi di inizio stagione: lo scudetto vinto dalla Juve all’Olimpico. Eppure c’è il tutto esaurito per la sfida che si giocherà quindici giorni dopo, sempre all’Olimpico, contro il Genoa. Dice: sarà la festa della Roma che da lì a pochi giorni compirà il suo novantesimo anno di età? Macché, anche su quello i romanisti sono divisi: festa ufficiale il 7 giugno, quella riconosciuta da una parte dei tifosi il 22 luglio. Follie romaniste… appunto. Parlavamo della festa, ma quale? Quella di Totti chiaramente, cos’altro!? Ormai quello che dovrebbe essere l’ultimo match dello storico Capitano giallorosso, è diventato un evento al quale non si può mancare. Una partita irrinunciabile che ha portato al tutto esaurito, rianimato il gene mai sopito nella Capitale del presenzialismo: a prescindere dal fatto se poi sarà o meno davvero l’ultimo capitolo dell’infinita saga Totti.
Resta inspiegabile il fenomeno autolesionista del tifoso giallorosso che non pensa più alla Roma, ossia a una squadra ancora per nulla sicura di chiudere al secondo posto (anzi ci sono tutti i presupposti della tragedia da annus horribilis: scudetto Juve all’Olimpico + sorpasso Napoli + Coppa Italia alla Lazio), ma non può mancare allo stadio per l’ultima di Totti. E allora file interminabili da giorni ai Roma Store, tutti che provano a chiedere a chiunque, smuovono amicizie dimenticate, disposti a qualsiasi cosa per esserci. L’importante è poter dire: «Io c’ero». E chissenefrega se la Roma tra venti giorni dovrà ricominciare tutto da capo: perché, aspettando di avere lumi sul futuro di Totti (siamo solo alla prima puntata), ripartirà il tormentone allenatore, poi su chi lo ha voluto, su chi lo ha scelto, se sia più giusto un italiano o uno straniero e ci si dividerà di nuovo anche su questo. Tutto esattamente come da programma… e già visto. Insomma, follie romaniste.