Il segreto di Stato per lo stadio della Roma

04/05/2017 15:38

La storia del documento chiave dello , cioè il parere dell’Avvocatura capitolina che ha indotto Raggi alla virata verso il sì all’opera onde schivare le cause multimilionarie dei proponenti, ha un inizio comico e un’ultima puntata davvero inquietante. Perché l’ennesimo tentativo di esaminare l’atto da parte del consigliere FdI, Andrea De Priamo, è andato a scontrarsi contro un muro. Scrive il difensore civico della Città metropolitana, Alessandro Licheri, il 27 aprile scorso in risposta all’ultimo ricorso del consigliere cui da mesi è negato l’accesso all’atto «omissato» dall’Avvocatura: «Siamo spiacenti doverle comunicare di non poter accogliere il suo ricorso per il quale il diritto di accesso è escluso per i documenti coperti da segreto di Stato, nonché nei casi di segreto o di divieto di divulgazione altrimenti previsti». Niente da fare, così, dice no anche l’ex provincia, ora in mano a Raggi: è segreto di Stadio.

L’iter su va avanti tra accelerate mediatiche e frenate burocratiche, ma il documento che, a metà febbraio, convinse la sindaca a dare l’assenso politico all’opera non è accessibile ai consiglieri comunali in quanto segnato dal timbro «top secret». E’ scomparso, ammesso che esista.

(corsera)