Missione compiuta: rispediti al mittente i brindisi tricolori

15/05/2017 13:00

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Alla Roma s'era chiesta, per un doppio motivo (classifica e onore), una prestazione vera, tignosa e d'orgoglio per non regalare (eufemismo...) l'ennesima delusione stagionale alla propria gente, tutte umiliazioni subite alle pendici di Monte Mario. Dopo aver fatto gioire via via i tifosi del Porto, quelli del Lione e anche i laziali, alla squadra di , ieri sera, era affidato il compito di non far conquistare alla il sesto scudetto di fila all'Olimpico. E, per riuscirci, serviva solo una vittoria, perché anche il pareggio avrebbe fatto festeggiare la . Che, per evitare problemi e rischi in vista della finale di Coppa Italia, s'è presentata in abiti dimessi, se così si può dire parlando del suo ampio turn over. Sarà forse per questo che, dopo ventuno minuti, nessuno della Roma si è accorto che in campo ci fosse pure Lemina, uno che solitamente sta in panchina. E così il gabonese, solo soletto nel cuore dell'area giallorossa, ha potuto portare in vantaggio la con un tocchetto da scuola Nagc.

DDR DÀ L'ESEMPIO Solo che in campo, oltre a Lemina, c'era pure , con la fascia di capitano al braccio. Eppure, nonostante i gradi e la sua folta barba rossa, quattro minuti dopo la rete di Lemina nessuno della ne ha tenuto conto. Così Daniele ci ha provato una prima volta, e il suo amico Gigi gli ha fatto la solita paratona, poi al secondo tentativo ha infilato il pallone dritto dritto nel cuore della Sud. Parità, scudetto ancora nelle mani della però un po' meno rispetto a quattro minuti prima.

IL NINJA SALUTA Roma senza (in tribuna con Una: calma, è la figlia) ma a trazione anteriore; con Higuain ma molto (più) coperta. E, in avvio di ripresa, pure sotto di un gol per la pazza trottola generata da con la collaborazione di Lichtsteiner (e di Buffon). Ecco, poi, la rete di con baci (e tanti saluti...) ai tifosi della nei Distinti. Scudetto lontanissimo, adesso. Cambi a raffica, allora, da entrambe le parti, e un po' meno di scorta con Dybala e Dani Alves. Dentro anche , quasi alla fine, giusto per partecipare (un po' defilato...) alla festa. Quella della Roma, non della che, adesso, dovrà vincere il suo sesto scudetto di fila a Torino, nel suo Stadium. Missione compiuta, in Casa Roma: secondo posto confermato e brindisi altrui rispediti al mittente. Con un ulteriore carico di rimpianti, a Trigoria, per quello che poteva essere e non è stato.