Totti-Spalletti, l’ultima guerra spacca Roma

09/05/2017 13:59

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Ormai non serve più neppure che parli lui. La polemica irrecuperabile su si accende senza che il diretto protagonista apra bocca. L’ultimo «scandalo» a San Siro, dove non gli ha concesso la passerella finale sul 3-1 preferendo inserire Bruno , ha scatenato un’altra gazzarra. Da Roma ai media nazionali, dalle radio locali ai social, ieri s’è parlato quasi soltanto dell’ennesima puntata di una guerra che sta uccidendo la Roma. « continua a mancare di rispetto a » è il mantra ripetuto dal popolo giallorosso scandalizzato. Il toscano ascolta e non ne può più: «Se tornassi indietro, non verrei ad allenare la Roma» ha tuonato nel post-partita di San Siro, prima di cedere il microfono a Montella che, non si sa per quale motivo, pensa sia stato scelto come suo erede. «Tanto ora viene Vincenzo e sa lui cosa fare» ha detto ironicamente, ma finora nessuno in società ha mai telefonato all’Aeroplanino.

Ad altri allenatori sì, perché è evidente da mesi che Luciano vorrebbe mollare a fine stagione. Ascoltandolo e vedendo i suoi occhi lucidi domenica sera, è sembrata di nuovo una certezza. In realtà Monchi e gli altri dirigenti sperano ancora di convincerlo a restare mentre sfogliano la margherita del possibile sostituto, preferibilmente italiano: era la primissima scelta ma è inavvicinabile (l’ gli offre 14 milioni e forse non basteranno a portarlo via dal Chelsea), Sarri viene subito dopo ma è blindato dal contratto firmato con De Laurentiis, gli altri, da a Gasperini fino all’«italianizzato» Paulo Sousa, non possono convincere appieno. Così la Roma resta sospesa tra la speranza di battere la domenica per chiudere al secondo posto il campionato e la voglia di costruire un futuro con molte più certezze.

Dagli Usa osserva basito quanto accade nella Capitale impazzita. E si schiera con : «È stato molto bello vedere tutti i tifosi applaudire – dice il presidente – e la sua mostruosa classe, ma la squadra viene sempre prima di tutto. L’allenatore ha fatto il cambio giusto, perché stiamo combattendo per l’accesso alla . E comunque se avesse messo gli ultimi cinque o sei minuti qualcuno avrebbe detto che non sarebbe stato rispettoso». Poi la frase che sembra chiudere in anticipo il secondo capitolo di in giallorosso: «Non potrei biasimarlo – spiega se dovesse lasciare la Roma, perché i media scrivono sciocchezze ogni settimana. Aspettate la fine della stagione perché avrò molto da dire, vi racconterò tutta la storia».

Lo stesso intende fare il tecnico. E ? Per ora continua a tacere, ormai si è arreso all’idea di smettere a fine anno ma non riesce a dirlo, lo farà nelle prossime settimane. Non ce l’ha fatta all’evento della Nike prima del derby, Monchi a quel punto è stato costretto a ribadire quanto previsto dal contratto, ma rimane il nodo del ruolo da dirigente. Intanto tutti parlano tranne . Da Malagò, «chiunque immaginava un finale diverso», a Zeman, «è il più grande e deve fare quello che si sente», tonnellate di brace su un fuoco che arde. E la Roma è costretta a subire.