M5S, contro lo stadio anche l’ira della base “Patti poco chiari”
11/06/2017 14:21
LA REPUBBLICA (M. FAVALE) - Chissà se anche oggi, come due giorni fa, arriverà la polizia. È convocato per stamattina alle 9 un inedito ma decisivo consiglio domenicale nel Municipio IX, quello maggiormente interessato dalla costruzione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. All’ordine del giorno c’è il parere (obbligatorio ma non vincolante) che l’assemblea dovrà dare sull’opera. Venerdì, la riunione precedente, tra la battaglie delle opposizioni e le divisioni interne alla maggioranza M5S, era finita in un nulla di fatto con l’arrivo della Digos intervenuta dopo la bagarre in Aula. Si riprende stamattina, con un esito non scontato: il Pd è pronto a segnalare l’illegittimità della convocazione del Consiglio. E sulla decisione finale dei 5 Stelle peseranno, ovviamente, anche le tensioni che sta provocando nei grillini la sospensione dal Movimento di Cristina Grancio, la consigliera comunale che due giorni fa, per non votare contro lo Stadio, ha abbandonato la riunione delle commissioni mobilità e urbanistica. Un gesto che le è costato un atto dei 5 Stelle romani mal digerito dalla base grillina.
«Una decisione eccessiva», la bollano gli organizzatori della “Plenaria dei tavoli”, l’assemblea degli attivisti M5S critici nei confronti dell’amministrazione Raggi. «È stato fatto per creare un precedente», afferma l’avvocato Giuseppe Morano del Tavolo dell’urbanistica. Insieme a un centinaio di attivisti, lo scorso marzo organizzò una riunione segnalando «il tradimento» che si era compiuto da parte della giunta grillina nei confronti dei cardini del M5S, trasparenza e partecipazione. Ora gli attivisti si ritroveranno nuovamente sabato 24 giugno all’Hotel Domus di via Cavour per fare il punto della situazione a un anno dalla vittoria elettorale. Un bilancio magro: «Abbiamo fatto meno di quanto avevamo promesso. Qualcosa di positivo c’è stato ma bisogna accelerare».
In quell’occasione si parlerà anche del
caso-Grancio, con la consigliera ribelle (attivista molto stimata dalla base grillina, ex presidente di un comitato di quartiere) che intanto domani dovrebbe subire il “processo” da parte del suo gruppo. Una riunione che potrebbe chiarire se e come rientrerà il dissenso. La Grancio sta preparando la sua difesa, forte degli attestati di stima e solidarietà ricevuti in queste ore. «
Mi hanno chiamato in tanti», racconta. Non fa nomi ma tra di loro, assicura, non c’è nessun big, nessun “portavoce” nazionale. «
Non ho mai cercato sponsor — spiega —
ho agito con senso civico portando avanti posizioni politiche che in passato, sullo Stadio della Roma, erano state di tutto il Movimento ». Tra l’altro, con la sua scelta di non votare, Grancio sostiene di aver tutelato «da una parte la mia dignità ma dall’altra anche la mia maggioranza ».
Non sarebbe la defezione della Grancio, insomma, a mettere a rischio l’esito del voto sulla delibera. Eppure, i 5 Stelle hanno voluto dare un segnale, anche per stoppare il dissenso interno sullo Stadio. Della stessa posizione della Grancio, infatti, ci sarebbero alcuni consiglieri del IX Municipio e altri tre o quattro consi- glieri comunali, pronti “a darsi malati” al momento del voto in Aula previsto entro mercoledì 14, in tempo per la dead line del 15, più volte sbandierata dalla maggioranza.
«Ma quella è una scadenza che interessa più alla Roma che al Campidoglio — rincara la dose la Grancio — tutta questa fretta è sbagliata». La sindaca, però, tira dritto. Ieri ha rivendicato tutta l’operazione: «Tabella di marcia rispettata. Adesso nei tempi previsti si esprimerà definitivamente anche l’Assemblea. Vigileremo. Il mancato rispetto anche di una sola delle condizioni necessarie comporterà la decadenza del pubblico interesse».