Vacanze di lavoro: tra affari e social la serie A si ritrova sulle stesse spiagge

29/06/2017 14:07

LA REPUBBLICA (M. PINCI) -  Vacanze? Purché siano social e di serie A. E no, non si parla di budget, ma di compagnie. La stagione del calcio italiano l’ha chiusa una tripletta dello spagnolo Saúl Ñíguez appena un giorno fa, eppure già domenica si riparte: il  aprirà la stagione dei raduni con un pre ritiro a Castiadas, in Sardegna. Quasi a voler tenere vicino l’odore del mare e dell’estate, passata lontano dal calcio giocato. Lontana per chi, però? Non per i dirigenti, che grazie al mercato lavorano fin dal giorno successivo alla fine del campionato. Ma pure tanti calciatori ormai faticano a prendere le distanze. Anzi, per molti l’estate somiglia a una specie di pre raduno collettivo, da documentare sui social network. Facce familiari, avversari che diventano vicini di ombrellone, “nemici” sportivi con cui dividere aperitivi in spiaggia e cene in barca, spettacoli e attività fisiche. La serie A è un carrozzone che non si ferma neanche d’estate: cambia soltanto scenario. Dagli stadi al mare. Passando per  e , in modo da rilanciare iniziative e sponsor, affinare il proprio profilo e pubblicizzare marchi e località.

Lo sa bene chiunque si sia affacciato durante le ultime due settimane al Forte Village Resort, una specie di città-villaggio nel sud della Sardegna, 700 metri dal centro di Santa Margherita di Pula e stanze base da 790 euro a notte. A leggere i nomi dei frequentatori degli ultimi dieci giorni, verrebbe fuori una formazione competitiva, allenata da Allegri, pure lui in loco: difesa con MaggioCriscito e Mario Rui, centrocampo con MarchisioMatic e Kolarov, in attacco la coppia Insigne e Cassano: inseparabili davvero, insieme alle mogli Jenny e Carolina, pure in bicicletta. Come da foto postata su . Perché per loro e per molti altri le vacanze diventano un modo per lavorare alla propria immagine. Il vero lavoro del calciatore in vacanza.

Il “Forte” diventa il teatro di partite di calcetto, padri-calciatori contro figli e amici — con inevitabile vittoria dei più giovani. Oppure il luogo dei segreti incontri di mercato, con andirivieni di procuratori e dirigenti. Ma quel che resta sono le foto postate sui social dai calciatori o dai loro familiari e amici. E così, per vedere tutti insieme in campo Ibrahimovic e , Cristiano Ronaldo e VerrattiBelotti e Borriello, c’è un solo posto al mondo, e non è né Cardiff né il Camp Nou, ma la spiaggia di Ibiza. Dove si parla soprattutto di calcio, se persino i locali più alla moda — e più frequentati — sono di proprietà di procuratori sportivi. Proprio Verratti, accompagnato dall’agente Di Campli e in costante contatto con  per ragioni di mercato, ha dato spettacolo in una partita di calcetto ad altissimo tasso tecnico insieme agli amici IbraPastoreMaxwell, e ai giovanissimi azzurri Orsolini e Favilli: match improvvisato ma non troppo, a cui gli spettatori potevano assistere gratis.

E documentato via social dai più giovani del gruppo, a cui di giocare con campioni simili dopo una stagione di serie B non sembrava vero: una sorta di aggiornamento professionale. Perché poi, più del mare e dei cocktail il vero intrattenimento dei campioni resta il pallone. A Mykonos, dove  e Ilary ballano accanto a  e signora incrociando i passi con la star olandese van Persie, per poi “allenarsi” prima a calcio e poi in sessioni fiume di paddel tennis. Stesso mare di Mertens e Théréau, che poi si sfidano in bicicletta sulle stradine dell’isola greca. E ogni spiaggia diventa un campo da collezione di talenti sportivi, tutti o quasi concentrati in queste zone, quasi a evitare crisi d’astinenza dall’ambiente. Come nei tornei di foot volley organizzati dall’eterno Bobo Vieri a Cervia dopo aver propagato la mania l’estate scorsa dalla “sua” Formentera. Nella stessa spiaggia romagnola si incrociano pure Inzaghi e Di Vaio: ex bomber diventati allenatore e dirigente e senza più procuratori dal portafoglio gonfio di proposte indecenti a ronzargli intorno. Ma ancora aggrappati alla tradizione — o necessità — di trasformare la loro vacanza in un piccolo, ma molto social, angolo di serie A.