22/07/2017 16:59
IL SOLE 24 ORE (B. GIARDINA) - Lo stato di salute degli impianti calcistici italiani è la fotografia perfetta del trend negativo sul giro d'affari legato al botteghino per la Serie A. Sempre quarta forza delle top five leagues, ma più vicina alla Francia (quinta) che alla Spagna (terza), con entrambe le dirette rivali in netta crescita. E, neanche a dirlo, lontana anni luce da Bundesliga e Premier League, che pure tirano il freno rispettivamente sul fronte guadagli e riempimento degli spalti. Del resto, il dg della Figc Michele Uva lo ha ricordato poche settimane fa: «Su 162 nuovi stadi costruiti in Europa negli ultimi io anni, solo tre in Italia. Una percentuale ridicola e imbarazzante».
Poco da sorprendersi se in Italia si registra il segno meno su tutti i fronti: meno pubblico nella stagione 2016/17, stadi meno pieni e ricavi al palo, a differenza delle altre leghe. Il caos legato alle prime tre partite casalinghe del neopromosso Crotone (giocate a Pescara con 1844 spettatori) pesa fino a un certo punto, dato che i calabresi hanno richiamato allo "Scida" una media di 9.636 spettatori nelle successive 16 sfide. Non un numero invidiabile, ma quanto basta per occupare poco meno del 65% dei posti disponibili. C'è poi una evidente diaspora in piazze che in passato hanno attirato masse di pubblico paragonabili a quelle delle big, come Palermo e Sampdoria, sotto i 20mila spettatori di media a partita.
Tutto ciò porta le previsioni di ricavi dal botteghino per la stagione appena conclusa a poco più di 202 milioni, mentre nel 2016 la Serie A raccolse 203,7 milioni. Una distanza di circa 40 milioni dalla Lega calcio francese che ha annunciato di aver ottenuto dalla biglietteria della Ligue 1 ricavi dell'1,3% in più rispetto alla stagione precedente, raggiungendo 162,5 milioni di euro. Sulla spinta del ritorno in massima serie di squadre come Metz e Nancy, con impianti capaci di ospitare oltre 20mila spettatori, e sfruttando le strutture costruite o rimodernate in occasione di Euro 2016, il calcio francese ha compiuto notevoli passi avanti.
Anche la Liga ha avviato un processo di modernizzazione tale da produrre nuovi stadi (Cornellà-El Prat a Barcellona nel 2009, nuovo San Mames a Bilbao nel 2013 e a breve il Wanda Metropolitano dell'Atletico Madrid) e dariportare la gente a seguire le partite dal vivo. Una strada che già nel 2016 aveva fruttato al botteghino oltre 400 milioni, per un trend che si conferma questo anno, con circa 402 milioni. Questo nonostante il piccolissimo Municipal de Ipurua, casa dell'Eibar, che può ospitare solo 7mila spettatori. La capienza conta, ma fino ad un certo punta.
Conta la sostenibilità degli impianti e cosa sono in grado di offrire al proprio pubblica. Un messaggio che in Germania hanno recepito da tempo. II campionato più seguito (dal vivo) d'Europa non è però quello con i maggiori ricavi dalla vendita di biglietti e abbonamenti. Questo per una scelta di prezzo che finora ha pagato, regalando il colpo d'occhio di impianti stracolmi unito ad un profittosecondo solo a quello della Premier League. Nell'ultima stagione, però, qualcosa è andato diversamente. Nel 2016 la spesa media per un biglietto è stata di circa 39 euro, mentre nel 2017 si è andati poco oltre i 40. Un aumento che non ha ancora allontanato il pubblico che potrebbe non bastare per non vedere diminuire il record di incassi di 527,6 milioni della stagione 2015/16. Anche per quest'anno, però, la massima serie tedesca dovrebbe tenersi sopra i 525milioni, con la prospettiva di un nuovo balzo in avanti grazie al ritorno di Hannover e Stoccarda, i cui stadi hanno una capienza maggiore rispetto a quelli di Ingolstadt e Darmstadt (le due retrocesse di quest'anno). Considerando che le due neopromosse hanno portato in media 87mila spettatori in Zweite Liga, è evidente come il 2018 possa essere un anno determinante per il botteghino della Bundes. Contando sul sold-out garantito del Bayern Monaco, che non lascia un seggiolino vuoto all'Allianz Arena dal 30 gennaio 2007, non sarebbe nemmeno da escludere il raggiungimento del traguardo dei 600 milioni.
Un ulteriore passo verso la superpotenza mondiale in termini di ricavi da stadio, la Premier League. La decisione di non forzare la mano sui prezzi dei biglietti, dopo le continue proteste dei tifosi, ha frenato l'aumento delle entrate per i club inglesi. Pur avendo perso qualche centinaia di migliaia di spettatori nel corso del campionato, i cosiddetti "matchday revenues" per la stagione conclusa sono pressoché invariati rispetto alla stagione precedente, rimanendo di poco sotto la soglia dei 700 milioni. La sensazione, però, è quella di non potersi spingere oltre. La voce dei tifosi, persino nell'Inghilterra degli stadi sempre pieni, si è già fatta sentire.