31/07/2017 12:25
LA REPUBBLICA (E. GAMBA) - La Juve non è una squadra in collaudo, ma non ha comunque vinto (1-1, gol di Mandzukic al 29’ del primo tempo e di Dzeko allo stesso minuto del secondo) la prima sfida estiva tra pretendenti allo scudetto giocata al Gillette Stadium di Foxborough, a sud di Boston, se non ai rigori grazie a una parata di Pinsoglio su Tumminello. La Roma è invece ancora da fare, però più che gli interpreti le manca il copione: è una squadra ancora a metà strada tra le idee di Spalletti e quelle di Di Francesco, e non a caso si è avvicinata al nuovo, e distaccata dal vecchio, quando la partita ha preso piede, le sostituzioni hanno stravolto le due squadre e i romanisti più giovani (Gerson, Cengiz Under) o più nuovi (Moreno, Gonalons, Kolarov) hanno giocato alla maniera in cui dovranno farlo tutti: con freschezza, rapidità, verticalità.
Per 70’, quelli disputati alla maniera più classica, è stata meglio la Juve, praticamente identica a se stessa (c’era solo De Sciglio di nuovo, tra i titolari) e quindi rodata, affidabile. Ha segnato con Mandzukic, che ha sfruttato un assist in profondità di Alex Sandro ma soprattutto gli sciagurati piazzamenti di Bruno Peres e Fazio, e ha tenuto sotto controllo la situazione, soffrendo solamente nei primi minuti ma poi imponendo la sua flemmatica superiorità. Douglas Costa è entrato dopo l’intervallo al posto di Cuadrado (Alisson, poi bravissimo anche su Higuain, gli ha negato il gol al 13’ st), ma la Juve si è rattrappita negli ultimi 20’, quando è entrato anche Bernardeschi, che ha fatto l’ala destra nel 4-3-3 dimostrandosi ancora a corto di preparazione e fuori dai meccanismi: l’unica occasione l’ha sprecata di sinistro al 41’ st. La Roma è cresciuta al di là del pareggio di Dzeko, propiziato da un’azione orchestrata da Gerson e Kolarov, perché nel secondo tempo ha smesso di giocare con il compasso e ha cominciato a puntare all'immediatezza, in particolare grazie alle idee di Gonalons e alla verve di Under, davvero un tipino interessante.