Lo stadio rimandato a settembre: senza ponte sul Tevere salta tutto

10/08/2017 15:20

IL FATTO QUOTIDIANO (L. VENDEMIALE) - A settembre la Regione Lazio convocherà una nuova conferenza dei servizi: 180 giorni (al massimo) per decidere se il nuovo  s’ha da fare o meno. Comune e proponenti, legati ormai a doppio filo dopo l’accordo stretto in Campidoglio a febbraio, si giocano tutto sulla viabilità: dovranno dimostrare che un solo ponte sul Tevere (quello dei Congressi) sia sufficiente. E garantire la sua realizzazione.

Il futuro di  ruota ormai tutto intorno a un ponte, dopo che dal governo è arrivata una netta bocciatura sulla mobilità. Il ragionamento del ministero dei Trasporti è chiaro: l’area ha già problemi di traffico, il ponte dei Congressi non è alternativo a quello di Traiano (che l’amministrazione M5S ha deciso di tagliare) e comunque non può essere dato per scontato, visto che si tratta di un progetto autonomo. La conferenza dei servizi potrebbe avere lo stesso un esito positivo, ma sembra difficile che la Regione si prenda una simile responsabilità. Per il momento l’assessore Michele Civita si limita a sottolineare che “molte amministrazioni segnalano con forza la necessità di rivedere opere e interventi sulla viabilità”.

Risultato: lo stadio è di nuovo in bilico. Ieri Luca Lotti e Graziano Delrio si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco, smentendo se stessi e parlando di “parere positivo del governo”. In realtà nella relazione si legge chiaro e tondo che “il parere del ministero dei Trasporti è negativo”. E non si tratta di una prescrizione come tante, ma di una variante strutturale del progetto, da 90 e passa milioni di euro: tutto l’accordo tra Comune e società poggia sull’eliminazione del ponte di Traiano, da cui viene la quasi totalità dei milioni di euro di opere pubbliche risparmiati per sforbiciare le cubature di cemento (come voleva il M5S).

Ridiscutere il dossier non è neppure un’opzione, così in Campidoglio puntano a superare il rilievo con uno studio di fattibilità: anche in Comune, però, sono consapevoli che almeno un ponte sul Tevere sia indispensabile per servire la zona. A questo dovrebbe servire il Ponte dei Congressi, che però fa storia a sé: è finanziato dallo Stato, e non sarà pronto prima del 2022. Un’ipotesi a questo punto potrebbe essere armonizzare i due lavori in un’unica conferenza. La soluzione di tutti i problemi, con un’incognita: legare un progetto privato, che il presidente giallorosso  pretende di concludere entro il 2020, a uno pubblico di cui si parla da 15 anni e che non ha mai visto la luce.