28/08/2017 13:37
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Per chi avesse ancora dubbi, Radja Nainggolan non può essere un problema. O meglio, il sistema di gioco di Eusebio Di Francesco – a quanto pare – non è una gabbia per il belga. Per due motivi su tutti. 1) Perché Radja la mezz’ala l’ha sempre fatta. 2) Perché la porta, anche in questo sistema di gioco, la vede lo stesso e lo dimostrano le occasioni gol che gli sono capitate sabato sera con l’Inter (5 conclusioni, nessuno ha fatto di più in partita). Il problema semmai sono i tempi per assimilare nuovi/vecchi meccanismi che ne fanno ora un calciatore solo un po’ diverso. Di sicuro differenze tra il Nainggolan spallettiano e quello difranceschiano ci sono, una su tutti che ora attacca la profondità partendo più largo, prima andava più per vie centrali. Nessuno potrà mai sapere oggi quanti gol avrà fatto Nainggolan alla fine del campionato, ma ad esempio una mezz’ala del disastrato Sassuolo dello scorso anno, ovvero Lorenzo Pellegrini, è andato a segno 8 volte, 6 in campionato, una in Coppa Italia e una in Europa League. Di Francesco chiede a Radja di fare entrambe le fasi, perché vuole sfruttare la corsa continua e la forza fisica. E’ chiaro che in questa fase della stagione tutti i calciatori della Roma, la migliore condizione, la stanno ancora inseguendo. Per quello ci vuole tempo, sia per assimilare i movimenti, per renderli più naturali, sia per aumentare fiato nei polmoni e per non terminare le partite boccheggiando come sabato sera. Discorso che vale per Nainggolan, Strootman, De Rossi. Tutti insomma.
IL CAMBIO – Il possibile cambiamento che potrà esserci in futuro non dipenderà da un ripensamento di Di Francesco (dettato da paventate lagne del calciatore), ma dall’adattabilità dell’allenatore ai calciatori a disposizione. Ossia: la presenza, probabile ormai, di Schick consentirà all’allenatore di variare il sistema, di creare un’alternativa all’attuale 4-3-3. Ed ecco che Nainggolan andrà a finire di nuovo dietro le punte, che saranno – almeno sulla carta – Dzeko e Schick, con a supporto i vari Defrel e Perotti. In In questo modulo faticherebbero un po’ di più gente come Under ed El Shaarawy, ma ritroverebbero più spazio Pellegrini e anche Florenzi, abile come mezz’ala (nel 4-3-3 e nel 4-3-1-2) o come esterno d’attacco nel 4-3-3, andando verosimilmente a prendere il posto di Defrel, che si sta adattando con buoni risultati al ruolo di faticatore esterno. Tra l’altro, contro l’Inter, uscito lui, Juan Jesus ha finito col soffrire troppo Perisic. E sappiamo come è andata.